Guida Medica Medicina Prevenzione Droga.
Guida medica I^ parte II^ parte Oppio Attrezzi adoperati per fumare l'oppio Fumatrice di oppio della tribù degli Acka Morfina Eroina Attrezzi adoperati per iniettarsi eroina Intossicazione acuta da oppionarcotici Sindrome da astinenza da oppionarcotici Barbiturici Intossicazione da barbiturici Sindrome da astinenza da barbiturici Benzodiazepine Intossicazione acuta da benzodiazepine Sindrome da astinenza da benzodiazepine Trattamento rianimatorio per le intossicazioni acute da neurodeprimenti Psicostimolanti Anfetamine La psicosi anfetaminica Cocaina Effetti psichici Effetti fisici Intossicazione acuta da cocaina Sindrome da astinenza da cocaina Antidepressivi triciclici Allucinogeni Lsd 25 Derivati della Canapa Indiana (Hashish e Marijuana) Piantine di Cannabis indica Mescalina Psilocibina Dimetiltriptamina Fenciclidina Inalanti Motivazioni all'uso di droghe Terapia delle tossicodipendenze Elenco delle principali associazioni per il recupero dei tossicodipendenti MEDICINA - PREVENZIONE - DROGAINTRODUZIONENonostante sia noto a chiunque il significato delle parole "droga" e "tossicodipendenza", tali concetti sono molto più complessi da chiarire a livello scientifico. Molte definizioni sono state date, ma quasi tutte tendono a evidenziare solo un lato del problema (quello farmacologico, quello etico e così via) risultando così riduttive e non rispondenti alla necessità di inquadramento generale. Infatti la definizione di droga necessita di un'ampia visione che tenga conto di vari aspetti (biologico, sociale, legale ecc.). Possiamo perciò tentare di dare una descrizione che consideri tutti questi aspetti: si intende con il termine droga una qualsiasi sostanza in grado di determinare modificazioni della attività del Sistema Nervoso Centrale e di causare dipendenza sia fisica che psichica. Occorre a questo punto far notare come con una simile definizione anche la caffeina, la nicotina e l'alcol possano essere considerate delle droghe. Infatti l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come "Tossicodipendenza alcolica" lo stato di alcolismo cronico.Nella definizione di droga gioca un ruolo non secondario anche il fattore culturale (l'alcol non viene considerato droga nella nostra società, mentre lo è nei Paesi islamici) a cui si legano le scelte della legislazione nel distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è. Dopo aver tentato di spiegare che cosa si intende per droga, è necessario parlare delle sue più dirette conseguenze: la tossicodipendenza e l'abitudine. La tossicodipendenza è definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come: «Il desiderio invincibile di continuare ad assumere la droga e la conseguente volontà di procurarsela con tutti i mezzi. La tendenza ad aumentare in continuazione la dose (sia a causa dell'assuefazione sia per la ricerca di sensazioni sempre più forti). La dipendenza sia fisica che psichica, con danni sia sull'individuo sia sulla società che lo circonda». L'abitudine è una condizione di dipendenza meno grave della tossicodipendenza e viene così definita: "il Desiderio, ma non assoluta necessità di assumere droga. Lieve dipendenza fisica e psichica. Danneggia principalmente l'individuo e in misura minore la società". CLASSIFICAZIONESono possibili molti modi di classificazione delle droghe, a seconda di quale parametro si consideri come punto di riferimento, per esempio è possibile classificarle in base alla derivazione, naturale (hashish o oppio) o puramente sintetica (L.S.D.), al fatto che provochino dipendenza fisica (eroina) oppure no (cocaina). Comunque la classificazione più usata è quella che si riferisce principalmente al tipo di effetto che determina sul Sistema Nervoso Centrale dell'uomo.Si distinguono così quattro classi: 1) Neurodeprimenti 2) Neurostimolanti 3) Allucinogeni 4) Inalanti. 1) Neurodeprimenti: a) Oppio e derivati (morfina, eroina ecc.) b) Barbiturici c) Benzodiazepine d) Alcol etilico 2) Neurostimolanti: a) Anfetamine b) Cocaina c) Antidepressivi triciclici 3) Allucinogeni: a) LSD b) STP c) Derivati dalla Canapa Indiana (Hashish e Marijuana) d) Mescalina e) Psilocibina f) Dimetiltriptamina g) Fenciclidina 4) Inalanti. Sono queste delle sostanze volatili che alcuni tossicodipendenti assumono e che danno effetti tendenzialmente sedativi (poco usate in Italia). NEURODEPRIMENTIOPPIOL'oppio è costituito dal lattice disseccato che si ottiene dall'incisione delle capsule ancora non mature del "Papaver Somniferum". Questa specie di papavero è originaria dell'Asia Minore, ma è coltivata abbondantemente anche in Africa, Cina, India, Sud-Est asiatico, Iran ed Europa (Balcani e Russia). Tale lattice viene poi essiccato e trasformato in una specie di polvere o di pasta. L'oppio contiene circa 15 alcaloidi sia di tipo fenantrenico sia di tipo isochinolinico. La morfina è il più importante alcaloide fenantrenico contenuto nell'oppio e la sua presenza varia tra il 10 e il 15%; la codeina è contenuta allo 0,5% e la tebaina allo 0,4%. Tra i derivati isochinologici i più rappresentativi sono la papaverina (0,8%) e la narcotina (5%). L'oppio può essere assunto sia per bocca sia inalato come fumo (per essere fumato necessita però di un ulteriore trattamento). Il più comune preparato a base di oppio usato per l'assunzione orale viene chiamato laudano (molto in voga nell'800 in Europa tra le classi agiate o nobili) e consiste in una soluzione di oppio al 10% in base alcolica in cui sono aggiunte varie spezie per aromatizzarlo (chiodi di garofano ecc.). Essendo la morfina il costituente principale dell'oppio, essa si trova anche nel laudano: 40 gocce di laudano contengono 8 mg di morfina e la dose letale è in genere di un decilitro (100 ml). Attualmente il laudano viene scarsamente utilizzato anche in campo medico; si preferisce impiegare altri derivati dell'oppio che possono essere meglio somministrati sia per bocca sia per via iniettiva, a seconda della necessità.L'effetto dell'oppio sull'uomo è, come detto, legato agli alcaloidi in esso contenuti ed è neurodeprimente: determina una sensazione di distacco dalla realtà, con riduzione dello stato ansioso e senso di felicità e serenità. Al termine dell'effetto, il soggetto può essere più o meno confuso e smarrito. Il consumatore abituale (il famoso "fumatore di oppio") diventa un individuo apatico, sempre sonnolente, alla continua ricerca della droga. La tossicità dell'oppio e il suo effetto sono legati alla quantità di morfina contenuta: tale quantità è variabile (dipende infatti da vari fattori, come per esempio il grado di maturazione del papavero, l'essiccazione ecc.) dal 10 al 15%; inoltre la tossicità cambia, come per tutti gli alcaloidi, in base all'assuefazione del soggetto. Occorre inoltre ricordare che tramite la via inalatoria (tuttora il metodo più usato nel mondo per assumere oppio) solo un decimo circa della morfina contenuta nella polvere viene assimilata dall'organismo. Se assunto per bocca, come laudano, la morfina viene completamente assimilata. Nonostante tutte queste variabili, si ritiene approssimativamente che la dose minima letale di oppio sia di circa 5-10 gr . Nelle società avanzate, a livello farmacologico, l'oppio non viene più utilizzato e gli sono preferite le varie sostanze alcaloidi purificate, che hanno maggiori selettività di azione (la morfina sul dolore, la papaverina sulla motilità intestinale, la codeina sulla tosse), mentre viene ancora usato nei Paesi a struttura sanitaria meno evoluta. Anche tra i tossicodipendenti l'uso dell'oppio è praticamente scomparso in quanto non determina gli effetti rapidi e violenti che si ottengono tramite la somministrazione parenterale (iniettiva) di morfina ed eroina. Attrezzi adoperati per fumare l'oppio Fumatrice di oppio della tribù degli Acka MORFINALa morfina è il composto più importante dell'oppio. Fu identificata per la prima volta nel 1803, ma la sua diffusione, sia come droga sia nell'utilizzo terapeutico, si ebbe solo dal 1857, anno in cui fu inventato l'ago ipodermico, con cui fu possibile attuare in medicina tutte le terapie iniettive. Infatti se assunta per bocca la morfina viene scarsamente assorbita, ancor meno che per via inalatoria. La quantità assorbita si distribuisce a tutti gli organi (fegato, polmoni, milza, reni) e al Sistema Nervoso Centrale. La via metabolica seguita è una glicurono-coniugazione che avviene principalmente nel sistema microsomiale epatico. Il 90% della morfina assunta viene escreta entro dodici ore dal rene tramite le urine (esistono test che evidenziano la presenza nell'urina di morfina e di altri alcaloidi, come l'eroina, e sono usati per scoprire se i soggetti ne hanno fatto uso), il restante 10% viene eliminato a livello epatico con l'escrezione nella bile. Tracce sono rinvenibili nell'urina fino a 48 ore dopo l'ultima assunzione. I dosaggi terapeutici della morfina sono dell'ordine di 1020 mg per somministrazione. La dose letale è estremamente variabile, ma nel soggetto non assuefatto è al minimo di 200 mg. Nei tossicodipendenti la dose letale può però essere molto superiore, anche nell'ordine delle 20-30 volte. Vi sono tossicomani che tollerano dosaggi di 4-6 gr al giorno senza mostrare segni di sovradosaggio.La più potente azione della morfina è quella sedativa ed analgesica (contro il dolore). L'azione analgesica della morfina si esplica perché nel nostro cervello, o più precisamente, nella struttura dell'asse cerebrospinale addetta alla trasmissione del dolore (corna dorsali del midollo spinale, locus coeruleus, talamo ed ipotalamo) sono presenti strutture sensibili alla morfina dette "Recettori Micron". Per molto tempo ci si è chiesti come mai nell'uomo e nei mammiferi in genere fossero presenti dei recettori per gli alcaloidi, fino a che non furono scoperti gli oppioidi endogeni, ossia delle sostanze simili alla morfina prodotti dal nostro stesso organismo (le encefaline e le endorfine). Queste sostanze sono state ultimamente molto studiate e si è scoperto che hanno funzioni fondamentali nella regolazione delle sensazioni dolorose e nella regolazione del tono dell'umore (sono state infatti ironicamente anche chiamate "le molecole della felicità"). Si ritiene inoltre che possano essere all'origine di alcune malattie psichiche che hanno come sintomo principale l'alterazione dell'umore (depressioni, nevrosi ansiose ecc.). Le encefaline e le endorfine si legano, per svolgere la loro azione, ai recettori Micron Uno ed anche ai recettori Delta e Kappa (soprattutto le encefaline) che possono quindi essere anche attivati dalla morfina e dagli altri alcaloidi in modo più o meno intenso. Il legame con i recettori Micron determina il potente effetto analgesico della morfina e gioca un ruolo importante anche nel determinare sia gli effetti euforizzanti e quelli deprimenti, sia l'induzione della assuefazione e quindi della dipendenza fisica. Ai recettori Kappa, oltre all'effetto analgesico, si attribuiscono un effetto sedativo e deprimente e la miosi oculare (tipica contrazione delle pupille presente nel soggetto che ha fatto uso di stupefacenti alcaloidi). La morfina determina numerosi effetti sull'organismo umano: 1) Effetto analgesico Tale effetto si esplica, come precedentemente ricordato, con un meccanismo inibitorio sui recettori encefalici adibiti alla recezione delle sensazioni dolorose, recettori sensibili alle endorfine e alle encefaline prodotte dall'organismo per modulare la sensazione del dolore. Il dolore, se troppo violento, invece di essere un meccanismo positivo (togliere la mano dal fuoco, per esempio) può in particolari situazioni trasformarsi in grave danno per l'individuo (un dolore troppo forte per una ferita impedirebbe di continuare la fuga: in questo caso è più utile non sentire il dolore, ma continuare a scappare dal pericolo). L'effetto analgesico della morfina è ancora molto usato in medicina per attutire forti dolori che insorgono improvvisamente (per esempio è indicato nella fase acuta del trattamento dell'infarto). In questi casi si ricorre alla somministrazione per bocca, sotto forma di sciroppi, per lenire dolori continui e insopportabili (malati terminali di cancro, in cui il problema dell'insorgenza di dipendenza fisica o psichica non costituisce alcun ostacolo). 2) Sonnolenza L'effetto neurodeprimente della morfina sulle strutture corticali superiori determina una grave sonnolenza, un senso di apatia, di indifferenza e di distacco dalla realtà, a cui si associano mancanza di concentrazione e riduzione della capacità visiva. 3) Euforia Il terzo effetto sulle strutture superiori del Sistema Nervoso Centrale è quello euforizzante. È una sensazione di benessere, sia psichica sia fisica, che pervade tutto il corpo accompagnata da un senso di calore generalizzato. Tale effetto euforizzante può però essere passeggero ed evolvere, in alcuni casi, in sensazioni sgradevoli di malessere. 4) Nausea La morfina è in grado anche di stimolare le strutture cerebrali che determinano la nausea, causando così episodi di vomito molto intensi e fastidiosi a cui si associano sensazioni di perdita dell'equilibrio (vertigini). Possono essere evocate anche sgradevoli sensazioni di prurito diffuso. 5) Depressione dei Centri Respiratori Encefalici I centri che regolano automaticamente il nostro respiro (nessuno di noi deve "ricordarsi" di respirare, durante il sonno infatti la respirazione continua regolarmente) sono sensibili alle concentrazioni dell'ossigeno e della anidride carbonica disciolti nel sangue. Tali centri aumentano automaticamente la nostra respirazione sia in caso di riduzione della concentrazione di ossigeno sia in caso di eccessivo accumulo di anidride carbonica. La morfina esplica un potente effetto di depressione su queste strutture rendendole poco sensibili agli stimoli e causando così una riduzione degli atti respiratori con relativa diminuzione della concentrazione di ossigeno e aumento dell'anidride carbonica nel sangue. Tale stato può essere così grave da causare arresto respiratorio e morte (è questa la causa di morte più frequente nei tossicodipendenti colpiti da overdose). Depressione del riflesso della tosse È uno degli altri aspetti per cui la morfina fu usata a scopo terapeutico. Attualmente sono preferiti altri composti che comportano minori effetti collaterali. 6t) Alterazione dei centri termoregolatori La morfina è in grado di esercitare un duplice effetto sui centri che regolano la temperatura del corpo: a bassi dosaggi causa ipotermia (abbassamento della temperatura corporea), ad alti dosaggi iperpiressia (febbre). 7) Miosi La miosi è la contrazione dell'iride (la parte colorata dell'occhio) con conseguente riduzione del forame pupillare. La morfina tramite la stimolazione dei recettori Kappa del Sistema Nervoso Centrale causa un'intensa miosi. Tale condizione permette in molti frangenti di identificare un individuo che ha da poco assunto questi tipi di droghe. 8) Convulsioni Ad alte dosi oltre all'iperpiressia, la morfina può indurre la comparsa di uno stato di agitazione psicomotoria che può facilmente sfociare in convulsioni epilettiformi. 9) Ipotensione La morfina esplica anche una potente azione a carico del sistema cardiocircolatorio. L'effetto principale è una vasodilatazione periferica (dei piccoli vasi) con conseguente diminuzione della pressione arteriosa. In tali frangenti la risposta normale del nostro organismo sarebbe quella di aumentare la frequenza dei battiti cardiaci (tachicardia riflessa alla vasodilatazione) per riportare la pressione arteriosa ai giusti valori, invece nel caso di assunzione di morfina subentra una riduzione della frequenza dei battiti cardiaci (bradicardia) con conseguente ipotensione e tendenza al collasso. 10) Apparato gastro-intestinale La morfina determina contrazione della muscolatura liscia (sono le fibre muscolari che regolano la motilità degli organi interni e che sono controllate dal Sistema Nervoso Autonomo), causando rallentamento della motilità intestinale e stitichezza; tale effetto si esplica anche sulle vie biliari. Per tale motivo la morfina non viene usata (è anzi controindicata) per i dolori addominali causati da coliche biliari o per occlusioni intestinali (la morfina, determinando contrazione della muscolatura liscia di tali organi, aggraverebbe le condizioni del paziente). 11) Broncocostrizione L'azione di contrazione sulla muscolatura liscia si esplica anche a livello bronchiale causando così broncocostrizione. Tale effetto in un soggetto sano non determina alcuna sintomatologia, ciò non può però dirsi per le persone asmatiche in cui la somministrazione di morfina può provocare una crisi di dispnea (sensazione di mancanza del respiro). 12) Alterazione del senso della fame La morfina inoltre è in grado di alterare a livello encefalico i centri che regolano la sensazione della fame e della sete, determinando una notevole riduzione di queste sensazioni. 13) Alterazioni ormonali La morfina agisce anche su varie attività ormonali: aumenta l'attività dell'ormone antidiuretico, riducendo così la quantità di urina prodotta (esattamente il contrario dell'alcol); diminuisce la secrezione degli ormoni prodotti dalla corteccia del surrene (conseguenze: ridotta tolleranza agli stress, ipotensione ecc.); infine ha un'azione inibente sugli ormoni sessuali sia maschili che femminili causando diminuzione della libido (desiderio sessuale), impotenza nel maschio e amenorrea (assenza di mestruazioni) nella femmina. 14) Dipendenza fisica Ultima attività biologica della morfina è la già ricordata capacità di dare dipendenza fisica. Tale dipendenza si basa sulla inibizione delle endorfine endogene, dovuta alla presenza della morfina in quantità elevata che stimola enormemente tutti i recettori. L'improvvisa mancanza di questa continua stimolazione di recettori estremamente sensibilizzati causa la comparsa della sindrome di astinenza che termina solo quando sarà ristabilito il giusto rapporto tra le endorfine endogene e i recettori ad esse sensibili, senza più l'interferenza della morfina. La morfina è stata usata come droga nella seconda metà dell'800 e agli inizi del '900. Attualmente il suo uso è molto diminuito, essendo preferito un suo derivato: l'eroina. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. EROINAL'eroina fu sintetizzata per la prima volta nel 1874 usando come molecola di partenza la stessa morfina, con lo scopo di trovare un preparato che permettesse la dissuefazione dalla morfina, ma ben presto ci si rese conto che tale rimedio aveva effetti ben peggiori.L'eroina è un derivato della morfina e viene ottenuta tramite una doppia acetilazione in posizione 3 e 6. La diacetilazione rende l'eroina molto più solubile consentendole di diffondersi molto più rapidamente nel corpo umano. Infatti, l'eroina passa più facilmente attraverso la barriera emato-encefalica (una struttura che difende il nostro cervello dagli attacchi chimici), mentre molte medicine e sostanze non riescono ad attraversarla, e così si concentra rapidamente nel cervello. Dopo essere penetrata nel cervello viene però nuovamente trasformata in morfina per esplicare i suoi effetti. La sua rapidità d'azione è il motivo che l'ha fatta assurgere a regina delle droghe. Infatti, l'eroina è in grado di determinare più velocemente l'effetto chiamato nel gergo dei tossicodipendenti "flash". Tale sensazione consiste in una sensazione di benessere profondo e perfino di orgasmo con intensa euforia. L'eroina mantiene, inoltre, tutti gli effetti tipici della morfina, ma procura una più rapida instaurazione della dipendenza fisica (si ritiene che ne bastino poche somministrazioni). Proprio per questa caratteristica, la produzione e commercializzazione è vietata ormai in tutto il mondo, non offrendo in campo medico vantaggi terapeutici rispetto alla morfina, ma causando solo una più rapida assuefazione, con maggior rischio di tossicodipendenza. L'effetto dell'assunzione delle prime dosi di eroina da parte di un soggetto non tossicodipendente viene inizialmente descritto come estremamente gradevole, una sensazione di benessere generalizzato e di grande euforia. Come però detto, l'eroina ha una rapida efficacia, ma anche una minore durata di azione rispetto agli altri oppiacei, con effetti sempre più brevi e meno efficaci. Le sensazioni di euforia e benessere si riducono sempre di più, lasciando il posto a tutti gli altri effetti negativi: malessere generalizzato, stati ansiosi, senso di tristezza, sonnolenza e depressione. Solo l'assunzione di una nuova dose di eroina allevia temporaneamente queste sgradevoli sensazioni. Qualora ciò non avvenisse si instaurerebbe rapidamente la così detta "sindrome da astinenza da oppiacei", che nel caso di tossicodipendenza da eroina è la più grave e violenta, anche se non la più lunga come durata. Come per la morfina la modalità di assunzione è quella iniettiva, preferibilmente per via endovenosa, per ottenere il caratteristico "flash". Viene iniettata anche per via sottocutanea o intramuscolare da parte di tossicodipendenti che hanno le vene in pessime condizioni a causa del prolumgato abuso. Si trovano sul mercato clandestino vari tipi di eroina, a seconda delle sostanze di base con cui viene mescolata. L'eroina cinese, detta in gergo «brown sugar" (zucchero marrone) per il suo aspetto, contiene una percentuale di eroina dal 50 al 70% miscelata con caffeina (30-50%) e in alcuni casi vi è aggiunta anche della stricnina in percentuale variabile tra l'1 e il 10%. Di aspetto simile ad una polvere bianca è invece l'eroina thailandese in cui la percentuale di eroina pura varia dal 10 al 50% ed è sempre miscelata con un particolare tipo di zucchero: il lattosio. Come la "thailandese", anche l'eroina turca non contiene generalmente stricnina, ma ha invece un aspetto grigiastro. Molte altre sostanze sono usate per tagliare l'eroina, oltre a quelle principali aggiunte già nei luoghi di produzione del papavero e dell'eroina. Per questi tagli successivi vengono utilizzate varie altre droghe, come le anfetamine e perfino la cocaina, tutti i tipi di zuccheri (saccarosio, lattosio, maltosio), vari tipi di farmaci, dall'aspirina al chinino, ma anche sostanze polverose ed inerti come il silicato di magnesio (il comune talco). Le motivazioni di tali tagli sono prevalentemente economiche, ma possono essere anche di altra natura, come quando vengono usate sostanze che hanno un ben preciso effetto sul nostro organismo (come per esempio la stricnina). La stricnina come sostanza da taglio presenta due vantaggi e un solo grande rischio. Il primo vantaggio è che, essendo amara, non viene identificata come gli zuccheri al semplice test gustativo; il secondo è che, avendo una spiccata attività stimolante sui centri nervosi, contrasta attivamente lo stato depressivo provocato dall'eroina. Il grande rischio è che la stricnina, se assunta a dosaggi tra i 30 e i 100 mg, risulta essere una sostanza mortale. La morte da stricnina è dovuta ad asfissia per spasmi della muscolatura respiratoria; la cosa drammatica è che il soggetto rimane perfettamente lucido mentre non riesce più a respirare. I forti consumatori di eroina, soprattutto quando sul mercato clandestino è presente dell'eroina "brown sugar" cinese ad alto contenuto di stricnina, rischiano facilmente di iniettarsi insieme all'eroina una dose mortale di stricnina. Come detto, l'eroina si presenta come una polvere che per essere iniettata deve prima essere sciolta in acqua. Il metodo più usato dai tossicodipendenti è quello di scioglierla nella poca acqua contenuta in un cucchiaino riscaldato con la semplice fiammella di un accendino per sigaretta. In assenza di una fonte di calore si può rendere solubile l'eroina in poca acqua tramite un semplice processo di acidificazione (ossia basta aggiungere alcune gocce di limone o di aceto). È facilmente intuibile come queste modalità di preparazione siano ben lontane da offrire la benché minima garanzia di igiene e di sterilità. A ciò va poi aggiunta la sicura presenza di sostanze di taglio e di acidificanti aggiunti. Inoltre, l'eroina può anche essere inalata tramite un metodo praticato prevalentemente in Estremo Oriente e chiamato "chasing the dragon". Consiste nel respirare i fumi che si sprigionano dall'eroina mista a caffeina, posta su una piastra metallica bollente. Attrezzi adoperati per iniettarsi eroina METADONEIl metadone è un narcotico stupefacente della classe degli alcaloidi prodotto per sintesi di laboratorio (ossia non derivato direttamente dal papavero da oppio). Fu sintetizzato per la prima volta in Germania durante l'ultima guerra mondiale e più precisamente nel 1944, ma fino al l964 non fu posto in commercio. I medici statunitensi furono i primi a utilizzarlo come farmaco nel trattamento sostitutivo all'eroina per ottenere una più lenta e meno traumatica liberazione dalla dipendenza fisica da eroina. In Italia l'utilizzo a tale scopo fu iniziato solo nel 1973 ed è attualmente autorizzato con decreto del Ministero della Sanità del 10.10.1980.Le caratteristiche del metadone, ossia la mancanza quasi completa dell'effetto euforizzante e del così detto "flash", pur essendo presenti gli altri effetti dei farmaci oppiacei, lo rendono idoneo alla terapia di disintossicazione. Altra caratteristica che lo rende un valido sostitutivo dell'eroina nella terapia a scalare (progressiva riduzione delle dosi) è la lunga durata di azione. Il farmaco rimane infatti attivo nell'organismo umano fino a 24 ore dopo l'assunzione, a differenza dell'eroina la cui azione termina nel giro di 7-8 ore, richiedendo così una sola somministrazione giornaliera (il tossicodipendente da eroina invece suddivide la dose in più "buchi" al giorno). Il metadone, presente in commercio con varie denominazioni, si assume per bocca al dosaggio di 20 mg (altro vantaggio per l'uso terapeutico è il buon assorbimento intestinale che interrompe il rito del "buco"). La dose letale minima varia, come per tutti gli oppioidi, a seconda che il soggetto sia assuefatto oppure no; è comunque compresa tra gli 80 e i 400 mg. Come detto, il metadone, essendo assunto per bocca, non causa l'effetto "flash" tipico dell'eroina usata per via endovenosa in quanto, pur essendo ben assorbito, raggiunge più lentamente concentrazioni elevate nell'organismo. L'effetto del metadone comincia a manifestarsi circa 20-30 minuti dopo l'assunzione e raggiunge la massima efficacia (la massima concentrazione nel sangue) tra la terza e la quinta ora. La sostanza si distribuisce in tutto l'organismo, ma non si concentra nel Sistema Nervoso Centrale, poiché non riesce a superare completamente la barriera ematoencefalica. Per queste sue caratteristiche (lunga durata d'azione, metabolismo più lento, minor concentrazione nel Sistema Nervoso Centrale) la sospensione del metadone instaura una sindrome da astinenza molto più mite rispetto all'eroina, ma di durata superiore, a causa della lenta eliminazione della sostanza da parte dell'organismo. Per questi motivi il metadone è poco usato dai tossicodipendenti e il suo impiego avviene quasi esclusivamente nei Centri adibiti al recupero dei tossicodipendenti sotto sorveglianza medica (i Nuclei Operativi Tossicodipendenti delle USSL). Esiste tuttavia un mercato clandestino di metadone, ma il tossicodipendente in genere vi si rivolge solo se non è in grado di procurarsi eroina e teme o vuole interrompere una crisi di astinenza (qualsiasi oppioide può interrompere una crisi di astinenza: tutte queste sostanze, sia derivate dall'oppio sia prodotte in laboratorio per sintesi, mantengono infatti uguali le caratteristiche principali). PENTAZOCINALa pentazocina (nome commerciale Talwin) è, come il metadone, un oppioide di sintesi artificiale. Nasce dalla ricerca di un farmaco a potente effetto antidolorifico, che però non abbia, o abbia solo in misura ridotta, gli altri effetti tipici della morfina. Ha una lunga durata di azione (circa 20 ore) e viene somministrata per via iniettiva, sia intramuscolare che endovenosa. Questo farmaco stupefacente risponde abbastanza bene allo scopo per cui è stato inventato, ma l'effetto di assuefazione e di dipendenza fisica è ancora presente, seppure in misura minore rispetto alla eroina e alla morfina. Anche l'effetto analgesico è minore rispetto a quello dato dalla morfina.Sono stati documentati casi di intossicazione acuta da pentazocina, in seguito ad assunzione di dosi estremamente elevate (500 mg), con caratteristiche cliniche identiche a quelle determinate da eroina e morfina. CODEINALa ricerca continua di preparati sintetici che posseggano solo alcune delle caratteristiche farmacologiche della morfina ha portato alla commercializzazione della codeina sotto forma di sciroppi per la tosse, grazie al suo effetto calmante. Non è tuttavia un valido antidolorifico.Nonostante le sue caratteristiche la rendano poco appetibile ai tossicodipendenti, sono stati ugualmente segnalati vari casi di abuso, tra cui molti decessi per intossicazione acuta, dovuta all'ingestione contemporanea di vari flaconi; si ritiene pertanto che circa un grammo di codeina (quantità che può essere reperita in 4 flaconi di sciroppo) possa causare coma e morte per sovradosaggio. Come il metadone anche la codeina non causa il tipico "flash" ed euforia e viene utilizzata solo per interrompere una crisi di astinenza da parte di quei tossicodipendenti che non sono in grado di procurarsi temporaneamente l'eroina. INTOSSICAZIONE ACUTA DA OPPIONARCOTICIÈ la condizione che comunemente viene definita "overdose". L'intossicazione acuta è un evento raro nei tossicodipendenti di lunga data, assuefatti a dosi elevate di eroina, e più frequente nei soggetti che non hanno ancora sviluppato una sufficiente tolleranza. Altro elemento di rischio è il fatto che l'eroina presente sul mercato clandestino è fatalmente tagliata (passa infatti in mano a vari spacciatori-consumatori che la tagliano ulteriormente). Di conseguenza la quantità presente in una dose è solitamente molto bassa e in caso di una partita poco tagliata è facile, anche per il tossicodipendente incallito, incorrere in una overdose. La sintomatologia dell'intossicazione acuta da eroina è caratterizzata da sonnolenza che evolve fino al coma, miosi (contrazione delle pupille) e depressione respiratoria.Il coma può essere di grado variabile, da uno stato di lieve sopore ad un coma profondo. Gli atti respiratori che nella persona normale sono di circa 16-18 al minuto possono ridursi a soli 3-5 al minuto con grave asfissia. La causa di morte nella maggior parte dei casi di overdose avviene perché il soggetto in coma o sonnolente cessa di respirare per blocco dei centri cerebrali che regolano automaticamente la respirazione. A ciò si aggiunge in molti casi il cosiddetto "edema polmonare", condizione questa dovuta ad un aumento di permeabilità dei capillari polmonari con trasudamento di acqua plasmatica negli alveoli polmonari (in pratica si forma del liquido nei polmoni e si ha quasi uno stato di annegamento dall'interno). Il trattamento dell'intossicazione acuta da oppioidi si avvale dell'uso di un farmaco antagonista, una specie di antidoto, che è in grado di spiazzare (ossia di togliere, sostituendosi) l'oppioide dal recettore cerebrale, liberando così il Sistema Nervoso Centrale e soprattutto i centri respiratori dal nefasto effetto della droga. Questo potente farmaco, denominato Naloxone, ha una azione quasi immediata e determina il risveglio dal coma in pochi minuti. Il farmaco è talmente potente nell'eliminare l'azione dell'eroina che può scatenare, dopo la rapida fine dei sintomi dell'intossicazione acuta, persino una sindrome da astinenza che tuttavia risulta facilmente controllabile farmacologicamente. Certamente oltre alla terapia con Naloxone, nei casi più gravi, con collasso cardiocircolatorio ed edema polmonare, devono essere approntate anche tutte le cure rianimatorie necessarie. Ricordiamo infine che il talco, così frequentemente usato come sostanza da taglio, causa microemboli polmonari che col tempo determinano fibrosi polmonare ed insufficienza cardiaca del cuore destro (circolazione venosa). +-------------------------------------------------------------+ ¦ PRINCIPALI SINTOMI E SEGNI CLINICI PROVOCATI NEL ¦ ¦ CONSUMATORE DALL'ABUSO DI OPPIACEI (morfina ed eroina) ¦ +-------------------------------------------------------------¦ ¦ ¦ Pupille mioliche ¦ ¦ ¦ Depressione del respiro (fino all'assenza, con cianosi) ¦ ¦ ¦ Diminuzione della pressione arteriosa (alcune volte con ¦ ¦ «shock») ¦ ¦ ¦ Riduzione della temperatura ¦ ¦ ¦ Diminuzione dei riflessi (fino all'assenza) ¦ ¦ ¦ Stupore o coma ¦ ¦ ¦ Edema polmonare ¦ ¦ ¦ Alterazione della funzionalità gastrointestinale (dovuta ¦ ¦ a spasmo pilorico, diminuzione o assenza della peristalsi ¦ ¦ intestinale con conseguente ritardo dello svuotamento ¦ ¦ dello stomaco ¦ ¦ ¦ Spasmo delle vie biliari ¦ ¦ ¦ Diminuzione della diuresi (per spasmo dell'uretra e dei ¦ ¦ muscoli della vescica) con minzione dolorosa ¦ ¦ ¦ Alterazioni dell'accomodamento visivo o fotofobia ¦ ¦ ¦ Perdita della sensibilità dolorifica ¦ ¦ ¦ Assoluta incapacità di concentrazione mentale ¦ ¦ ¦ Astenia agli arti inferiori ¦ ¦ ¦ Perdita completa dell'istinto sessuale (nella donna si ¦ ¦ osservano irregolarità del ciclo mestruale ed amenorrea) ¦ ¦ ¦ Sudorazioni e tremori ¦ +-------------------------------------------------------------+ SINDROME DA ASTINENZA DA OPPIONARCOTICILa sindrome da astinenza compare dopo alcune ore dall'ultima assunzione di droga; questo tempo è variabile da persona a persona, ma sopratutto a seconda del tipo di oppioide utilizzato. Infatti nel caso dell'eroina la sintomatologia inizia circa 8 ore dopo l'ultima dose, mentre per il metadone, che ha una eliminazione più lenta, sono necessarie 12-24 ore. Tale condizione patologica è dovuta ad una iperattività delle strutture nervose del nostro corpo (non solo del cervello), liberate dall'effetto deprimente cronico della droga.è questa una condizione sicuramente legata alla dipendenza fisica che si instaura con l'uso di queste sostanze, ma ad onor del vero occorre aggiungere che in molti casi, a causa della bassissima concentrazione di eroina contenuta nella "dose irreperibile sul mercato clandestino per i numerosi tagli, la sintomatologia ha anche una grossa componente psichica ed emotiva. Comunque, i primi sintomi compaiono dopo alcune ore e consistono in una sensazione di malessere generalizzato e nervosismo a cui si associano sbadigli continui e lacrimazione profusa, il così detto "pianto senza pianto"; si hanno inoltre abbondanti secrezioni nasali e sudorazioni in tutto il corpo. Dopo alcune ore, mentre tali sintomi si aggravano ulteriormente, si passa alla seconda fase, in cui subentrano contrazioni muscolari dolorose, midriasi (ossia dilatazione delle pupille, l'esatto contrario di ciò che compare in overdose) e sensazioni di caldo o freddo con la tipica "pelle d'oca". Il terzo stadio, che nel caso dell'eroina si raggiunge dopo 18-24 ore, comporta una sensazione di fame d'aria con aumento della respirazione, palpitazioni ed impossibilità assoluta a dormire. Nell'ultimo stadio (24-36 ore), a tutti i sintomi dei tre stadi precedenti si aggiungono febbre con vomito e diarrea. Raggiunto l'acme, la sintomatologia comincia a decrescere rapidamente e scompare completamente in circa 5 giorni nel caso dell'eroina, e circa 10 nel caso del metadone, che, come abbiamo ricordato nella descrizione delle varie droghe oppioidi, causa una sindrome da astinenza più lieve ma più lunga come durata. Al termine della sindrome da astinenza acuta subentra la così detta "forma cronica", che può durare alcune settimane o anche mesi. Il soggetto infatti continuerà a presentare un grave stato ansioso, con insonnia e alterazioni dell'umore e facile stancabilità. Questa situazione di fragilità emotiva porta facilmente il tossicodipendente a ricadere nell'uso di stupefacenti. La terapia della sindrome da astinenza si avvale o di farmaci come il metadone, che interrompe immediatamente la crisi e può poi essere utilizzato a dosi scalari (ossia diminuendo progressivamente le dosi) fino a svezzare completamente il soggetto dall'uso di queste droghe senza incorrere in una crisi di astinenza (per questo tipo di terapia occorre la completa partecipazione del tossicomane), oppure si avvale di farmaci sintomatici (che agiscono bloccando i vari disturbi), come antifebbrili, antidiarroici, antipertensivi ed altri ancora. +----------------------------------------------------------+ ¦ PRINCIPALI SINTOMI E SEGNI CLINICI PRESENTI NELLA ¦ ¦ «SINDROME DI ASTINENZA» DA USO CRONICO DI EROINA ¦ +----------------------------------------------------------¦ ¦ ¦ Pupille midrialiche (dilatate) ¦ ¦ ¦ Polso rapido ¦ ¦ ¦ Alterazioni della funzionalità gastrointestinale con ¦ ¦ iperacidità, nausea, vomito, diarrea e crampi addo- ¦ ¦ minali ¦ ¦ ¦ Sbadigli e aumentata salivazione ¦ ¦ ¦ Aumentata sudorazione ¦ ¦ ¦ Tremore, pallori e «pelle d'oca» ¦ ¦ ¦ Agitazione ed insonnia ¦ ¦ ¦ Aumentata produzione di secreto dalla mucosa nasale ¦ ¦ ¦ Tosse ¦ ¦ ¦ Spasmi muscolari e dolori localizzati prevalentemente ¦ ¦ al dorso e alle ossa ¦ ¦ ¦ Bramoso desiderio di assumere l'eroina ¦ +----------------------------------------------------------+ BARBITURICII barbiturici sono dei farmaci impiegati in medicina per vari scopi, i più diffusi dei quali sono: quello ipnotico (ossia per indurre sonno), nella terapia di alcune forme di epilessia e quello anestesiologico (per interventi chirurgici in anestesia generale).Queste sostanze agiscono con effetto inibitorio sia su tutta la corteccia cerebrale (funzioni superiori) sia sulle sostanze reticolari (che controllano lo stato di sonno e di veglia e l'attenzione) e, come l'alcool, possono dare un transitorio effetto euforizzante. Sono ben assorbiti a livello intestinale e quindi vengono venduti in compresse, ma ne esistono anche per uso endovenoso (non utilizzati però dai tossicodipendenti). Sono sostanze che, se usate a dosi elevate per lungo tempo, causano dipendenza psico-fisica che, in caso di brusca interruzione, determina anche una sindrome da astinenza. Si ritiene che per raggiungere una dipendenza fisica sia necessario un uso continuo, per 1-3 mesi. Le dosi letali sono molto variabili a seconda che si sia già instaurata dipendenza fisica oppure no. Comunque la dose mortale è circa 10-15 volte maggiore della dose di uso terapeutico, ma, in caso di dipendenza fisica, questi valori possono ulteriormente aumentare. Questi farmaci, molto usati in passato a scopo suicida, attualmente sono stati sostituiti come sonniferi da altri farmaci molto meno tossici (Benzodiazepine). I barbiturici vengono utilizzati dai tossicodipendenti per il lieve effetto eccitante che determinano all'inizio e per le sensazioni di distacco e rilassatezza che si instaurano successivamente. INTOSSICAZIONE DA BARBITURICIIl tossicodipendente che fa uso continuo di barbiturici presenta un quadro sintomatologico simile a quello dell'alcolista cronico: alterazioni della personalità con comportamento abnorme, aggressività, instabilità emotiva, incapacità di guida degli autoveicoli, sonnolenza cronica con rallentamento motorio e psichico.L'intossicazione acuta in fase iniziale (oppure l'intossicazione lieve), presenta anch'essa gli stessi sintomi dell'ubriachezza (ricordiamo che anche l'alcol è un potente depressore del Sistema Nervoso Centrale). Se l'intossicazione è invece grave si determina sonno incoercibile che evolve in stato di coma associato a depressione grave dei centri respiratori con morte per arresto respiratorio. Si ha inoltre grave ipotensione con collasso cardiocircolatorio. SINDROME DA ASTINENZA DA BARBITURICILa sindrome da astinenza da barbiturici è una situazione gravissima che può portare il soggetto alla morte. Tale situazione è molto più pericolosa della forma conseguente all'abuso di eroina che, pur avendo una sintomatologia grave, non determina mai o quasi mai la morte. Più volte abbiamo ricordato la similitudine di effetti e di azione tra i barbiturici e l'alcol, ed infatti anche le due sindromi da astinenza si assomigliano.Inizia generalmente dopo 1-2 giorni dall'ultima assunzione ed è caratterizzata da iperattività del Sistema Nervoso Centrale (come per l'alcol), stato di ansia ed irrequietezza, sudorazioni profuse, nausee e vomito. Seguono dopo alcune ore palpitazioni, febbre elevata con possibile collasso cardio-circolatorio. Le convulsioni sono di tipo epilettiforme a Grande Male. Il delirio che compare si associa ad allucinazioni sia uditive sia visive. Il paziente può infine in qualsiasi momento cadere in coma e morire. La terapia consiste, oltre che in tutte le manovre rianimatorie generali, nel somministrare dei barbiturici per via endovenosa a dosi via via maggiori fino alla scomparsa della sintomatologia. Quindi si può iniziare una terapia con dosi a scalare per la dissuefazione definitiva. Occorre però ricordare che i sintomi psichici come le allucinazioni possono protrarsi per mesi dopo l'episodio acuto. +----------------------------------------------------------------+ ¦ BARBITURICI ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Categoria Nome Nome Dose tera- Durata ¦ ¦ chimico commerciale peutica/die ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Ad azione fenobar- Gardenale 30-125 mg 8-12 ore ¦ ¦ lunga bitale Luminale ¦ ¦ Luminalette, ¦ ¦ Sedofen ¦ ¦ Comizial ¦ ¦ Metilefe- (Prominal- 90-800 mg 8-10 ore ¦ ¦ nobarbi- Prominalette) ¦ ¦ tale ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Ad azione amobarbi- (Amytal) 100-600 mg 6-8 ore ¦ ¦ intermedia tale (Etamyl) ¦ ¦ eptabarbi- (Medomina) 100-400 mg 6-8 ore ¦ ¦ tale ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Ad azione pentobar- (Nembutal) 30-500 mg 4-6 ore ¦ ¦ breve bitale ¦ ¦ ciclobar- (Panodorm- 100-400 mg 4-6 ore ¦ ¦ bitale calcium) ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ secobar- Immenox 100-600 mg 3 ore ¦ ¦ bitale (seconal- ¦ ¦ sodio) ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ N.B. Le specialità indicate tra parentesi non sono attualmente ¦ ¦ più in commercio in Italia. ¦ +----------------------------------------------------------------+ BENZODIAZEPINELe benzodiazepine sono un gruppo di farmaci chiamato anche Tranquillanti Minori; sono, in altre parole, i comuni sonniferi o ansiolitici usati da migliaia o anche milioni di persone.Queste medicine sono rapidamente assorbite sia dallo stomaco sia dall'intestino e la rapidità dell'effetto varia a seconda del tipo (rapido, usato come sonnifero, e lento o ultralento, contro l'ansia). Agiscono a livello cerebrale (Sistema Limbico, Talamo e Formazione Reticolare) e si ipotizza la presenza di recettori specifici (chiamati B2). Alcune benzodiazepine vengono inoltre commerciate ed utilizzate per scopi medici, sotto forma di preparati per uso endovenoso. Tali preparazioni sono utilizzate dai tossicodipendenti per ottenere un quasi immediato effetto sedativo. Varie ricerche hanno dimostrato che il 50-70% dei tossicodipendenti dediti all'uso dell'eroina usano tali benzodiazepine per scopi psicoinducenti o per ridurre i sintomi da astinenza nel caso in cui non riescano a procurarsi dell'eroina. La benzodiazepina che maggiormente interessa il tossicodipendente è il Flunitrazepan, per la sua potente azione disinibente ed euforizzante. Questo preparato viene commercializzato solo in compresse, proprio per scoraggiarne l'uso da parte dei tossicodipendenti, che tuttavia per potenziarne l'effetto si iniettano in vena la polvere della capsula disciolta in acqua. Per questo motivo la sua prescrizione nelle farmacie italiane è soggetta a varie limitazioni (per esempio ricetta non ripetibile). Le benzodiazepine per la loro facile reperibilità sia nel mercato legale che in quello illegale, sono le sostanze ad attività deprimente il Sistema Nervoso Centrale più usate dalla maggior parte dei tosssicodipendenti dediti all'eroina. Le benzodizepine sono però usate anche da milioni di persone che sicuramente non sono e non si considerano tossicodipendenti: vengono assunte per prendere sonno o per risolvere stati d'ansia. Varie stime sono state fatte, e tutte mostrano che alcuni milioni di persone assumono queste sostanze a ritmo continuo per anni. I più grossi consumatori sono le donne di mezza età (una ricerca indica che in Canada il 23% delle donne di 65 anni ne fa uso per un periodo superiore a 7 anni). Sono dati impressionanti che ci dicono come esistano per questi farmaci degli abusi enormi e delle forme di dipendenza, seppure modesta, da parte di migliaia di persone che non hanno minimamente coscienza della loro dipendenza psichica e fisica da queste sostanze. Possiamo quindi affermare che questi farmaci costituiscono una droga per milioni di persone che non si considerano certamente dei tossicodipendenti, ma che, con le dovute differenze e in misura certamente modesta, sono psichicamente legati a queste medicine psicotrope, in mancanza delle quali presentano vari disturbi (da alterazioni del rumore all'impossibilità di prendere sonno, a stati ansiosi non controllabili con la ragione); questi individui sono, in altre parole, dei "piccoli tossicodipendenti". INTOSSICAZIONE ACUTA DA BENZODIAZEPINESono questi dei farmaci molto sicuri e, anche se ingeriti ad altissime dosi a scopo di suicidio, solo rarissimamente causano la morte. Nei rari casi di suicidio causato da benzodiazepine potrebbe essere stato ingerito contemporaneamente dell'alcol in grande quantità, oppure potrebbe trattarsi di persone con malattie respiratorie o renali. La sintomatologia è semplice: sonno e perdita di coscienza che raramente evolve sino al coma.+----------------------------------------------------------+ ¦ PRINCIPALI EFFETTI PSICHICI E FISICI PROVOCATI DALLA ¦ ¦ INTOSSICAZIONE CRONICA DI FLUNITRAZEPAM ¦ ¦ (Roipnol, Darkene, Libellus e Valsera) ¦ +----------------------------------------------------------¦ ¦ Effetti psichici ¦ ¦ ¦ Stato di estrema agitazione ¦ ¦ ¦ Scialorrea imponente ¦ ¦ ¦ Aperta ostilità ¦ ¦ ¦ Assenza di memoria ¦ ¦ ¦ Letargia paradossa ¦ ¦ ¦ Rifiuto dell'alimentazione ¦ ¦ ¦ ¦ Effetti fisici ¦ ¦ ¦ Ipermatriemia ¦ ¦ ¦ Ipoglicemia ¦ ¦ ¦ Ipoalbuminemia ¦ ¦ ¦ Disidratazione ¦ ¦ ¦ Acotonuria senza acidosi ¦ +----------------------------------------------------------+ SINDROME DA ASTINENZA DA BENZODIAZEPINEQueste sostanze non causano una vera e propria sindrome astinenziale con risvolti fisici, ma determinano solo delle alterazioni psichiche legate all'insorgenza di stati d'ansia, irrequietezza ed insonnia. Si ricade cioè in quei sintomi che in generale ne causano il più frequente uso ed abuso. In pratica si tratta di sola dipendenza psichica.+----------------------------------------------------------------+ ¦ BENZODIAZEPINE ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Nome Nome Dose Emivita ¦ ¦ chimico commerciale terapeutica ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Diazepam Ansiolin, Noan, 5-20 18-24 ore ¦ ¦ Valium, Vatran ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Nordazepam Madar 1-4 30-48 ore ¦ ¦ (desmetildia- ¦ ¦ zepam) ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Bromazepam Lexotan 15-30 20,5 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Oxazepam Serpax 15-90 8-21 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Temazepam Levanxol 10-60 3-10 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Loraxepam Tavor, Lorans, 3-12 24-36 ore ¦ ¦ Securit ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Flurazepam Dalmadorm, 15-30 7-10 ore ¦ ¦ Felison, ¦ ¦ Flunox ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Nitrazepam Mogadon 2,5-10 17-28 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Flunitrazepam Roipnol, 2,8 33-34 ore ¦ ¦ Darkene ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Camazepam Albego 20-40 ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Clordiazepos- Librium 25-100 7-28 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Prazepam Prazene 20 60-80 ore ¦ +----------------------------------------------------------------+ TRATTAMENTO RIANIMATORIO PER LE INTOSSICAZIONI ACUTE DA NEURODEPRIMENTICome già detto in precedenza, la causa di morte più frequente è quella per arresto respiratorio e conseguente collasso cardio-circolatorio. Il trattamento d'urgenza si avvale perciò delle pratiche di rianimazione cardio-respiratorie classiche.Occorre, per prima cosa, rendersi conto che ci si trova in presenza di un arresto respiratorio: il soggetto appare in coma, con colorito bluastro alle labbra e alle unghie; in caso di morte incipiente, tale colorazione bluastra si diffonde in tutto il corpo. I movimenti ritmici respiratori della gabbia toracica sono assenti o estremamente rallentati. In questo frangente il soccorritore, dopo aver controllato che le vie aeree siano pervie (può esserci frequentemente del vomito) deve ventilare artificialmente, con la respirazione bocca-bocca o bocca-naso, l'intossicato. Tale pratica va effettuata in questo modo: il soccorritore insuffla aria dai propri polmoni nella bocca del malato, badando bene che la lingua non ostruisca le vie respiratorie (tenere la testa girata su un fianco) e che il naso sia tappato (per non far fuoriuscire da lì l'aria insufflata). L'efficacia di tale manovra rianimatoria si valuta constatando che la gabbia toracica dell'intossicato si espanda consensualmente a ogni introduzione di aria. Occorre eseguire una respirazione ogni 5-6 secondi. In caso di arresto cardiocircolatorio concomitante il soggetto si presenta anche senza polsi periferici (ossia non si sentono più le tipiche pulsazioni delle arterie dei polsi). È necessario allora eseguire anche il massaggio cardiaco esterno: il soggetto va adagiato per terra (sul letto non va bene perché troppo morbido), bisogna quindi alzargli le gambe per favorire il ritorno del sangue al cuore. Il soccorritore deve appoggiare i polsi sovrapposti (uno su l'altro) sulla parte inferiore dello sterno (ossia al centro del petto, verso il basso, poco sopra l'inizio dell'addome). Si eseguono quindi delle compressioni ritmiche alla cadenza di circa 60 al minuto. Tale operazione va eseguita con decisione, ma anche con precisione per non provocare fratture costali o lesioni ai polmoni. In caso di respirazione bocca-bocca associata a massaggio cardiaco occorre ogni tre massaggi praticare un atto respiratorio. Naturalmente il soggetto va avviato al più presto verso un ospedale attrezzato per il trattamento rianimatorio acuto. PSICOSTIMOLANTIANFETAMINELe anfetamine sono dei farmaci utilizzati in passato nella terapia di varie alterazioni psichiche, prevalentemente in caso di nevrosi depressive; attualmente superate da nuovi più moderni farmaci, vengono utilizzate per scopi medici sempre più raramente. Infatti in tutto il mondo occidentale si è assistito ad una progressiva riduzione di utilizzo medico (per esempio negli Stati Uniti si è passati da 20 a 5 milioni di prescrizioni annue) ed in Italia dal 1972 sono state ritirate dal commercio.Va però detto che il mercato illegale di queste sostanze è ancora fiorente e anche a livello legale sono reperibili, a basso dosaggio, in molti preparati ad uso anoressante (ossia per togliere l'appetito) utilizzati come supporto a molti tipi di diete nel trattamento medico dell'obesità. L'abuso di queste sostanze ad effetto stimolante fu estremamente diffuso tra i soldati durante la II guerra mondiale, prevalentemente nell'esercito tedesco ed in quello giapponese. Anche tra la malavita sono rinvenibili numerosi utilizzatori abituali. L'abuso però, proprio per le caratteristiche stesse della sostanza, si è diffuso soprattutto tra le categorie di persone che desiderano raggiungere a tutti i costi delle prestazioni psico-fisiche assai elevate. Gli sportivi professionisti (ciclisti, mezzofondisti, atleti ecc.) ne hanno fatto grande uso nel passato, prima che la legislazione sportiva contro il doping ne vietasse l'assunzione, per la loro capacità di rendere temporaneamente insensibili alla fatica. Ma proprio per questo abuso in situazione di grave stress si è dovuto anche constatare che alcuni atleti sono deceduti a causa del micidiale cocktail di estrema fatica fisica e anfetamine. Un'altra categoria di persone che in passato ha abusato di queste sostanze è costituita dagli studenti a cui veniva richiesto un superlavoro intellettivo, concentrato in poco tempo (per esempio, prima di esami importanti). Questi tipi di consumatori possono essere definiti come saltuari; infatti, dopo aver raggiunto l'obiettivo (per i soldati la battaglia, per gli atleti la gara, per gli studenti l'esame) cessano normalmente l'assunzione. Raramente quindi si trasformano in utilizzatori continui, pronti però a ricominciarne l'utilizzo per affrontare un nuovo ostacolo. Invece gli utilizzatori abituali più frequenti sono quei soggetti psicodepressi, sempre stanchi, che cercano in questi farmaci dagli effetti euforizzanti gli stimoli adeguati a risolvere il loro stato di sofferenza psichica. Rispetto agli anni passati, comunque, l'abuso di anfetamine è un problema assai meno grave, dato che la loro diffusione è in notevole regresso, e ciò è dovuto principalmente alla presenza sul mercato clandestino di altre droghe più interessanti, sia per gli spacciatori (più costose) che per i consumatori (cocaina). Queste medicine psicotrope vengono comunque ancora molto impiegate dai tossicodipendenti, che raramente si limitano ad usare una sola sostanza ad effetto psicotropo, ma passano disinvoltamente dall'uso di un neurodeprimente a quello di un neurostimolante. Le anfetamine sono attive direttamente a livello cerebrale con una azione detta "catecolamino minetica" e, dato che agiscono diminuendo la sensazione del bisogno di sonno, della fatica e della stanchezza, interagendo proprio con le strutture cerebrali deputate al controllo dello stato di veglia (formazione reticolare ascendente) sono anche chiamate "amine della vigilanza". A livello ipotalamico (strutture della parte più profonda del cervello) esistono dei centri che regolano l'appetito: il centro inibitore ed il centro eccitatore; le anfetamine, stimolando il primo e bloccando il secondo, causano una netta e protratta assenza del desiderio del cibo, riducendo o abolendo del tutto la sensazione della fame. Gli effetti delle anfetamine possono distinguersi in fisici e psichici. Dal punto di vista fisico si rileva aumento della pressione del sangue e tachicardia (aumento dei battiti del cuore). Possono comparire cefalee e crampi addominali e, nel caso in cui il soggetto stia compiendo uno sforzo fisico, anche grave ipertermia (aumento della temperatura del corpo). Molto più interessanti sono gli effetti psichici. Compare un aumento del tono dell'umore, con euforia esagerata associata a loquacità eccessiva, facilità ad instaurare rapporti interpersonali con persone estranee ed amicizie superficiali ed apparenti. Le risposte agli stimoli ambientali si fanno più rapide e più rapida appare anche l'ideazione, il soggetto ha la sensazione di pensare più rapidamente o di possedere capacità intellettive aumentate. Egli tende inoltre a ideare così rapidamente da non riuscire a seguire con le parole il proprio pensiero che è già corso oltre mentre lo sta ancora enunciando (fuga delle idee). Tutto ciò si associa ad una sensazione di benessere e di ottimismo con conseguente eccessiva fiducia nelle proprie possibilità e sottovalutazione delle difficoltà da superare. Infine ricordiamo tra le attività psichiche (non fisiche) la insensibilità alla fatica e la riduzione dell'appetito. Queste due azioni vanno considerate come psichiche perché le anfetamine impediscono solo il riconoscimento delle sensazioni a livello cerebrale, ma non riducono certamente la fatica e l'accumulo delle sostanze tossiche che si formano, durante lo sforzo fisico, nei muscoli e negli altri organi, riducendo contemporaneamente la giusta richiesta di sostanze nutritive (la fame) da parte del nostro organismo. Una volta terminato l'effetto, la persona che ha utilizzato anfetamine si sente stanca, svuotata e depressa. Tutti gli effetti stimolanti e gradevoli sono cessati e con essi lo stato di iperattività e di ottimismo. È questa situazione di depressione reattiva che induce a instaurare una dipendenza cronica perché, per uscire dalle sensazioni sgradevoli, viene ricercata una nuova assunzione e, a causa del meccanismo di tolleranza, occorre via via aumentare la dose per ottenere i medesimi effetti. La tolleranza si instaura maggiormente per gli effetti fisici e meno per quelli psichici, in modo che l'aumento progressivo delle dosi possa determinare la comparsa della "psicosi anfetaminica". LA PSICOSI ANFETAMINICALa psicosi anfetaminica è una reazione transitoria che però può anche instaurarsi per dosi modeste ed è caratterizzata da reazioni paranoiche deliranti a contenuto prevalentemente persecutorio. Il malato si presenta infatti diffidente verso tutti e molto spesso denuncia allucinazioni visive che non riesce bene a distinguere, ma che comunque sono di aspetto sempre spaventoso ed aggressivo. Le allucinazioni uditive sono dello stesso genere, ossia rumori vaghi, indistinti, ma terrorizzanti. Tuttavia la caratteristica unica, che differenzia la psicosi anfetaminica da tutte le altre, è il fatto che molti soggetti dichiarano di sentire qualcosa che si muove sotto la pelle provocando intenso prurito. Al termine della crisi psicotica anfetaminica, il soggetto, a differenza che in altri stati patologici deliranti (schizofrenia, alcolismo ecc.), ricorda perfettamente tutto quanto è accaduto e le alterazioni del pensiero di cui è stato vittima.LE ALTERAZIONI ORGANICHEL'intossicazione acuta da anfetamine, oltre alla psicosi anfetaminica, può presentare altri gravi sintomi organici che in alcuni casi conducono alla morte. In genere 10 mg di anfetamine causano la sintomatologia psichica tipica già descritta, mentre con dosaggi di circa 40-50 mg compaiono tutti i disturbi fisici (cefalea, crampi addominali, ipertermia, palpitazioni e collasso cardio-circolatorio). In caso di assunzione di dosaggi ancora superiori si hanno convulsioni, arresto cardiaco e ipertermia maligna (la temperatura corporea sale oltre 41-42°).+----------------------------------------------------------+ ¦ PRINCIPALI EFFETTI PSICHICI E FISICI PROVOCATI DALLA ¦ ¦ ASSUNZIONE DI ANFETAMINE ¦ +----------------------------------------------------------¦ ¦ Effetti psichici ¦ ¦ ¦ Lucidità di pensiero ¦ ¦ ¦ Ipereccitabilità ¦ ¦ ¦ Senso di potenza e di efficienza fisica ¦ ¦ ¦ Allucinazioni ¦ ¦ ¦ Disturbi di tipo paranoide ¦ ¦ ¦ Delirio di persecuzione (che tende a persistere dopo ¦ ¦ la cessazione dell'effetto) ¦ ¦ ¦ ¦ Effetti fisici ¦ ¦ ¦ Agitazione ¦ ¦ ¦ Ipertensione ¦ ¦ ¦ Logorrea ¦ ¦ ¦ Midriasi ¦ ¦ ¦ Insonnia ¦ ¦ ¦ Aumento della temperatura corporea ¦ ¦ ¦ Rilasciamento della mucosa intestinale ¦ +----------------------------------------------------------+ +----------------------------------------------------------------+ ¦ PSICOSTIMOLANTI ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Nome Nome Dose ¦ ¦ chimico commerciale terapeutica Emivita ¦ ¦ mg/die ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ ANFETAMINE ¦ ¦ Anfetamina (Amfedyn) 5-50 per os 12-24 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Dexamfetamina (Anfetamina, ¦ ¦ Vitarine) 5-50 per os 12-24 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Metamfetamina (Pervitin) 2,5-15 per os 12-24 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Metilfinidato Ritalin 20-60 per os 7-8 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Fenfluramina Ponderal 60-120 per os 16-28 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ ¦ ¦ ANORESSIZZANTI (anfetaminosimili) ¦ ¦ Fenmetrazina (Alipid), 8 ore ¦ ¦ Preludin 25-75 per os ¦ ¦ ¦ ¦ Fendimetrazina Plepine 30-45 per os ¦ ¦ ¦ ¦ Fentermina Lipopill, ¦ ¦ Mirapront 15-30 per os ¦ ¦ ¦ ¦ Amfepramone (Magrene), ¦ ¦ Linea, ¦ ¦ Tenuate, ¦ ¦ Dospan, ¦ ¦ Regenon 25-75 per os ¦ ¦ ¦ ¦ Dietilpropilene Mazildene 3-6 per os ¦ +----------------------------------------------------------------+ COCAINALa cocaina è la droga che insieme all'eroina domina il mercato clandestino delle tossicodipendenze sia negli Stati Uniti sia in Europa. La pianta da cui viene estratta è chiamata Eritroxilon Coca ed è originaria delle regioni andine del Sud America. Presso queste popolazioni la conoscenza delle proprietà delle foglie di questa pianta è antichissima; essa veniva ed è tuttora utilizzata per combattere le condizioni avverse di vita (freddo, altitudini elevate, carenza di cibo). Le sue capacità anestetiche (capacità di ridurre il dolore) venivano sfruttate per scopi curativi ed anche magico-religiosi. Proprio per queste condizioni di utilizzo, legate spesso ad un fabbisogno reale nella lotta quotidiana per la sopravvivenza, solo raramente sono presenti tra le popolazioni andine degli individui che la impiegano a scopo stupefacente e che quindi possono essere definiti tossicodipendenti.I primi Europei che vennero a conoscenza di queste "foglie magiche" furono i conquistadores spagnoli, ma solo nel Settecento esse furono importate in Europa, dove cominciarono a diffondersi. La sostanza attiva di queste foglie, la cocaina, fu identificata nel 1860 e inizialmente fu utilizzata come anestetico locale. Le piante di Eritroxilon Coca crescono a quote discretamente elevate e in ambiente subtropicale. Le foglie vengono raccolte quattro volte ogni anno, avendo cura di non danneggiare le piante, e poi seccate al sole per conservarle e non permettere che ammuffiscano. Le popolazioni andine usano poi masticare le foglie secche triturate e mescolate a della calce, che ha lo scopo di neutralizzare l'alta acidità della cocaina. L'assimilazione della cocaina avviene attraverso la mucosa della bocca e tramite la saliva impregnata che raggiunge lo stomaco. La cocaina che viene importata in Europa e negli Stati Uniti è allo stato puro e si presenta come una sostanza cristallina, trasparente e inodore, che non può essere sciolta in acqua bensì in etere; viene poi cloridrata per renderla idrosolubile, e quindi venduta sul mercato illegale tagliata sia con sostanze inerti zuccherine come il maltosio o il lattosio sia con altre sostanze psicotrope come le anfetamine. In genere la percentuale di cocaina presente dopo la tagliatura è dell'ordine dell'80-90%. A differenza delle popolazioni andine che masticano le foglie grezze, la via di assunzione più diffusa in Europa e negli USA è il cosidetto "sniffing". Una piccola presa di cocaina, circa 50-100 mg, viene inalata attraverso il naso, dove viene rapidamente assorbita tramite la mucosa. Questa modalità di assunzione determina la comparsa degli effetti psichici dopo soli pochi minuti, con il mantenimento degli stessi per circa un'ora e scomparsa progressiva nell'ora successiva. Ciò è dovuto al fatto che gli effetti della cocaina sono di breve durata e questa tecnica di assunzione consente di essere praticata varie volte nella giornata, ogni due-tre ore, cosa molto più difficile nell'utilizzo iniettivo (endovenosa o intramuscolare). La via endovenosa, scomoda per la frequenza delle somministrazioni, è oggi tuttavia più in voga del passato, allo scopo di sfruttare al massimo gli effetti euforizzanti. In alcuni casi viene praticato un cocktail, associando alla cocaina dell'eroina (in gergo questo cocktail viene detto "speed ball"). La cocaina ha un potente effetto vasocostrittore, ossia riduce la perfusione ematica dei tessuti con cui viene a contatto; tale ridotta perfusione, se prolungata nel tempo, comporta una scarsa ossigenazione tessutale con conseguente necrosi e morte del tessuto. Da ciò deriva la più frequente complicazione del cocainomane abituale: la perforazione del setto nasale. Per far sì che tale necrosi non si verifichi anche sui polpastrelli delle mani, si tende a non toccarla direttamente, ma tramite dei guanti di protezione; per "sniffarla" viene posta su una superficie liscia (per esempio uno specchietto) e inalata tramite una cannuccia o un foglio di carta arrotolato a tubo. Gli effetti della cocaina, come per altre droghe, si dividono in psichici e fisici. EFFETTI PSICHICIGli effetti psichici consistono in una sensazione di benessere generale e di fiducia in se stessi che può arrivare ad una sensazione di onnipotenza. Il soggetto diviene iperattivo, dinamico, ma al termine dell'effetto (2 ore circa) ha una brusca caduta delle condizioni psichiche e si ritrova in uno stato di debolezza mentale e depressione che lo induce all'assunzione di una nuova "sniffata" di cocaina.EFFETTI FISICIA livello fisico agisce stimolando la respirazione, a piccole dosi, e, al contrario, inibendola per dosi elevate. La frequenza cardiaca invece viene rallentata a basso dosaggio e accelerata per dosi superiori. La cocaina causa, come le anfetamine, perdita dell'appetito, nausee e sensazione di bocca asciutta (poca salivazione) e midriasi (dilatazione delle pupille, esattamente il contrario dell'eroina che causa invece miosi, restringimento delle pupille).INTOSSICAZIONE ACUTA DA COCAINAL'intossicazione acuta da cocaina presenta un quadro sintomatologico simile a quello causato dalla psicosi anfetaminica, con stati allucinatori e paranoici. L'overdose da cocaina si manifesta con alterazioni comportamentali progressive che iniziano con la sintomatologia abituale ed evolvono provocando convulsioni generalizzate di tipo epilettico con respirazione affannosa ed irregolare, che termina con paralisi muscolare e coma. La morte interviene per abbassamento delle funzioni vitali, paralisi respiratoria e collasso cardio-circolatorio. Comunque, la morte da overdose di cocaina, molto rara in passato, sta via via verificandosi sempre più frequentemente a causa della sempre maggiore diffusione di questo tipo di tossicodipendenza.SINDROME DA ASTINENZA DA COCAINALa cocaina, come le anfetamine, non causa una sindrome da astinenza fisica vera e propria. È comunque presente un quadro sintomatologico a carico del Sistema Nervoso Centrale a cavallo tra quello psichico e quello organico. Il soggetto si presenta affamato in continuazione, con tendenza a dormire spesso e a lungo, è tormentato da frequenti mal di testa e crampi muscolari. Psichicamente è depresso e abulico, con tendenza a sottovalutarsi; tale stato psichico può perdurare anche alcuni mesi. Non sono rari i casi di suicidio effettuati dopo la sospensione dall'uso di psicostimolanti, per lo stato di abbattimento psicofisico in cui versa il soggetto.+----------------------------------------------------------+ ¦ PRINCIPALI EFFETTI, SINTOMI E SEGNI CLINICI OSSERVABILI ¦ ¦ NEL CONSUMATORE CRONICO DI COCAINA ¦ +----------------------------------------------------------¦ ¦ ¦ Elevazione dell'umore (loquacità, disinibizione ed ¦ ¦ eccitazione che può giungere fino all'eccitamento ¦ ¦ euforico) ¦ ¦ ¦ Aumento dell'attività mentale (tendenza alla sopravva- ¦ ¦ lutazione delle proprie capacità ¦ ¦ ¦ Diminuzione marcata del senso della fame ¦ ¦ ¦ Aumento sensibile della resistenza alla fatica ¦ ¦ ¦ Indifferenza al dolore ¦ ¦ ¦ ¦ Sintomi e segni clinici dell'intossicazione ¦ ¦ ¦ Pupille dilatate e reattive ¦ ¦ ¦ Pressione arteriosa elevata ¦ ¦ ¦ Frequenza cardiaca aumentata ¦ ¦ ¦ Riflessi tendinei iperattivi ¦ ¦ ¦ Temperatura elevata ¦ ¦ ¦ Aritmie cardiache ¦ ¦ ¦ Secchezza delle fauci ¦ ¦ ¦ Sudorazione ¦ ¦ ¦ Tremori ¦ ¦ ¦ Sensorio iperacuto o confuso ¦ ¦ ¦ Stati paranoici d'ansia ¦ ¦ ¦ Allucinazioni ¦ ¦ ¦ Insonnia ¦ ¦ ¦ Impulsività ¦ ¦ ¦ Iperattività ¦ ¦ ¦ Stereotipie ¦ ¦ ¦ Convulsioni ¦ ¦ ¦ Coma ¦ ¦ ¦ Spossatezza ¦ +----------------------------------------------------------+ +----------------------------------------------------------------+ ¦ Fase Sistena nervoso Sistema Sistema ¦ ¦ centrale circolatorio respiratorio ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ iniziale Eccitazione, Polso variabile, Aumento della¦ ¦ apprensione, con tendenza al frequenza e ¦ ¦ instabilità rallentamento. della ¦ ¦ emozionale. Aumento della profondità ¦ ¦ Improvvisi mal pressione. respiratoria.¦ ¦ di testa. Possibile una ¦ ¦ Nausea, vomito. caduta della ¦ ¦ Contrazioni dei pressione. ¦ ¦ piccoli muscoli Pallore sul ¦ ¦ (faccia e dita) viso. ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ avanzata Convulsioni Aumento della Cianosi, ¦ ¦ (toniche e frequenza del dispnea, ¦ ¦ cloniche) simili polso e della respirazione ¦ ¦ a quelle pressione. rapida ¦ ¦ epilettiche affannosa e ¦ ¦ irregolare. ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ depres- Paralisi Collasso Paralisi ¦ ¦ siva muscolare. respiratorio. respiratoria.¦ ¦ Perdita dei Pulsazioni Colorito ¦ ¦ riflessi. impercettibili. grigio-cene- ¦ ¦ Pedita dei Morte. re. Morte. ¦ ¦ sensi. ¦ ¦ Abbassamento ¦ ¦ delle funzioni ¦ ¦ vitali. Morte. ¦ +----------------------------------------------------------------+ ANTIDEPRESSIVI TRICICLICIQuesti farmaci, usati in medicina nella terapia di varie forme di depressione, agiscono stimolando l'azione dei normali neurotrasmettitori (noradrenalina, serotonina, dopamina) e riducendone la ricaptazione presinaptica. Sono farmaci poco usati dai tossicodipendenti abituali, ma molto diffusi nella popolazione comune, che a volte ne fa un uso smodato ed improprio. Va ricordato che la sintomatologia da intossicazione acuta causata da tali farmaci è un evento non raro, dato che il 15-20% dei tentati suicidi è dovuto ad assunzione di elevate dosi di queste sostanze. Le dosi tossiche sono di circa 1,5-2,5 g (come per tutti i farmaci che possono essere utilizzati a scopo di suicidio, ogni confezione non contiene mai tali dosi). La sintomatologia consiste in stato di agitazione con delirio, allucinazioni e convulsioni con gravi aritmie cardiache; la morte, come per le altre intossicazioni da psicofarmaci, avviene per arresto respiratorio.+---------------------------------------------------------------+ ¦ ANTIDEPRESSIVI ¦ +---------------------------------------------------------------¦ ¦ Nome Nome Dose Emivita ¦ ¦ chimico commerciale terapeutica ¦ ¦ /die ¦ +---------------------------------------------------------------¦ ¦ TRICICLICI 10-250 mg 12-60 ore ¦ ¦ Imipramina Tofanil ¦ ¦ (Dynaprin) ¦ ¦ Surplix ¦ ¦ ¦ ¦ Clomipramina Anafrinil 50-150 mg ¦ ¦ ¦ ¦ Desipramina Nortimil ¦ ¦ (Pertofran) 50-200 mg 22-72 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Trimipramina Surmontil 150-600 mg ¦ ¦ ¦ ¦ Amitriptilina Adepril, ¦ ¦ Amilit, ¦ ¦ Laroxyl ¦ ¦ Triptizol 75-300 mg 40-60 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Nortriptilina Noritren, ¦ ¦ Vividyl 5-150 mg 24-78 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Noxiptilina (Afedal) 100-300 mg ¦ ¦ ¦ ¦ Opipramol Insidon 50-200 mg ¦ ¦ ¦ ¦ Protriptilina Concordin 30-120 mg 24-72 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Dibenzepina Noveril 240-580 mg 4 ore ¦ ¦ ¦ ¦ Doxepina Sinequan 75-400 mg ¦ ¦ (Aponal) ¦ ¦ ¦ ¦ ALTRI ¦ ¦ Maprotilina Ludiomil ¦ +---------------------------------------------------------------¦ ¦ N.B. Le specialità indicate fra parentesi non sono attualmente¦ ¦ più in commercio in Italia. ¦ +---------------------------------------------------------------+ ALLUCINOGENILSD 25La denominazione chimica dell'LSD è: Tartrato della diltilamina dell'acido lisergico. È un derivato semisintetico della segale cornuta e fu sintetizzato per la prima volta nel 1943 dal Professor Hoffman mentre effettuava delle ricerche su farmaci analettici, ossia su sostanze che aumentano la frequenza degli atti respiratori. Va ricordato che il Prof Hoffman sperimentò accidentalmente per primo su se stesso questo nuovo composto (di cui ignorava la capacità allucinogena).Come per altre droghe anche per l'LSD è presente il fenomeno della tolleranza. Il dosaggio minimo affinché comincino a manifestarsi i primi effetti è di soli 30 microgrammi, ossia 30 milionesimi di grammo. La dose media usata a scopo allucinogeno è di 200 microgrammi, ma alcuni individui molto assuefatti utilizzano anche dosaggi dell'ordine di 1500-2000 microgrammi alla volta. La dose mortale si aggira sui 20-50 mg con tassi ematici di LSD di 0.1-0.3 mg ogni decilitro di sangue. Se assunto per bocca agisce in pochi minuti e raggiunge il massimo effetto in circa un'ora. Mantiene la sua attività per altre tre-quattro ore dopo l'assunzione e viene completamente eliminato in circa 12 ore. Grazie al fatto di essere attivo a dosaggi piccolissimi viene, in genere, assunto disciolto su una zolletta di zucchero oppure fatto assorbire su piccoli pezzetti di carta assorbente che vengono poi ingeriti. In questo semplice modo viene facilmente conservato, nascosto, trasportato e venduto. L'azione biochimica dell'LSD si esplica completamente a livello cerebrale interferendo nella trasmissione serotoninergica (interagisce con i recettori cerebrali che utilizzano la serotonina come mediatore chimico). Gli effetti psichici causati dall'assunzione di LSD non sono completamente prevedibili e possono variare a seconda delle condizioni emotive e della personalità del soggetto. Si possono quindi effettuare dei "viaggi" (è questo il termine usato in gergo per indicare il periodo di tempo in cui si resta in balia dell'LSD) vissuti come un'esperienza estremamente gradevole oppure, altre volte, persino terrorizzanti. Durante il "viaggio" le funzioni senso-percettive sono completamente alterate. Tutti i cinque sensi sono interessati e distorcono le informazioni che ricevono dall'ambiente circostante. A livello visivo si possono vedere colori smaglianti, quasi irreali e oggetti che assumono strane tonalità. Suoni normali appaiono distorti e possono risultare melodiosi e meravigliosi anche dei rumori in realtà fastidiosi. Anche il senso del gusto è alterato e i sapori possono apparire diversi dalla realtà. Le cose che vengono toccate sembrano diverse dal normale. Tutte queste sensazioni non possono essere definite come delle vere e proprie allucinazioni (sensazioni in assenza di stimolo), ma delle distorsioni percettive della realtà. Anche le facoltà intellettive vengono interessate dall'uso dell'LSD. Il tempo sembra scorrere sempre più rapidamente e le idee si affollano convulsamente nella mente. Le capacità di ideazione sembrano accrescersi e si ha una sensazione di creatività (da qui l'uso di tale droga tra gli artisti: musicisti pittori ecc.). Anche ricordi lontani, ormai dimenticati, riaffiorano alla mente, spesso portando con sé motivi di ansia e di angoscia. Può comparire una sensazione di insicurezza oppure di falsa onnipotenza. Nelle persone psichicamente predisposte affiorano deliri mistico-religiosi o la percezione di fenomeni extrasensoriali come, per esempio, la sensazione di possedere poteri telepatici o, al contrario, che qualcuno riesca a leggerci nella mente e carpisca così i nostri pensieri più nascosti. In termini scientifici ciò viene definito come l'impossibilità di distinguere la separazione che esiste tra la realtà psichica interna ed il mondo esterno. Le sensazioni alterate e la perdita di giudizio possono indurre a compiere azioni pericolose e a volte mortali (credere di poter volare). Infatti non sono rari i casi di suicidio, non voluto, durante un "viaggio". Per ovviare a questo rischio assai frequente, durante un "viaggio" fatto in gruppo, uno dei componenti non assume deliberatamente la droga in modo da poter aiutare gli altri e vigilare sulla loro incolumità durante tutto il tempo in cui le facoltà psichiche sono distorte. Altre volte il soggetto è in grado di comprendere che tutte le sensazioni che prova non sono reali, ma non ha la benché minima possibilità di modificarle. Proprio perché al termine dell'effetto viene mantenuto un discreto ricordo delle sensazioni avute, l'LSD è stato usato liberamente da artisti in cerca di ispirazione. Ricordiamo però che può prodursi spesso anche un "viaggio" spiacevole con sensazioni di ansia e terrore. Ciò non è assolutamente prevedibile, ma nella maggior parte dei casi si verifica per cause psicologiche insite nel soggetto stesso o perché il "viaggio" viene effettuato in un ambiente non confortevole (luoghi pubblici) o con persone estranee con cui non si è in sufficiente confidenza. Sono in corso degli studi per appurare se l'LSD, come sembra, sia in grado di causare danni ai cromosomi (le strutture delle cellule che contengono il DNA, ossia il codice genetico). Infatti è stata rilevata una maggiore incidenza di anomalie cromosomiche nei figli di persone che facevano uso di LSD. Si ritiene inoltre che l'LSD causi la morte delle cellule cerebrali, anche se ciò non è sicuramente provato. Analogo all'LSD è l'STP, una droga allucinogena sintetizzata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1967. Tale composto determina gli stessi effetti psichici che insorgono con l'LSD, ma le sensazioni sono ancora più forti e violente. La caratteristica più importante che lo differenzia dall'LSD è la durata dell'effetto allucinatorio; infatti l'LSD viene del tutto eliminato in circa 12 ore mentre l'STP resta attivo nel nostro corpo fino a 3-4 giorni dopo l'assunzione, con effetti allucinatori che perdurano quindi per molto tempo. DERIVATI DELLA CANAPA INDIANA (HASHISH E MARIJUANA)La Cannabis è una pianta della famiglia delle Urticaceae, cresce spontaneamente in molte parti del mondo e nei tempi antichi fu utilizzata anche per fibre vegetali con cui produrre vari indumenti e tessuti.Ne esistono tre varietà, ma tale differenza riguarda prevalentemente le zone di origine e non rispecchia sostanziali differenze botaniche. La Cannabis Sativa è originaria dell'Europa e dell'America, la Cannabis Indica è coltivata in India e in tutta l'Asia e la Cannabis Ruderalis è originaria del Nord dell'Asia, della Russia e dell'Afganistan. Tutti i tipi di Cannabis contengono in varia misura le sostanze psicotrope, ma sicuramente le piante più attive sono quelle coltivate in climi caldi (Cannabis Indica). Sono stati identificati moltissimi principi attivi (più di duecento), ma il più importante è l'isomero levogiro del Delta 4.9-Transtetraidrocannabinolo, detto più semplicemente THC. Dalla Cannabis vengono preparati tre diversi tipi di derivati che contengono tutti, come principio attivo, il THC, ma in concentrazioni estremamente differenti, e che vengono anche chiamati con nomi diversi: hashish, marijuana e olio di hashish. L'hashish è la resina che si ottiene raschiando il tronco della pianta (resina delle inflorescenze). Il contenuto di tetraidrocannabinolo varia dal 3 al 10-15%. Tale resina per essere commercializzata clandestinamente viene lavorata, mischiata a foglie e confezionata quindi in pani. Per essere assunta viene mescolata alle foglie di tabacco e quindi fumata. In questo modo solo il 25-50% del THC viene assorbito dai polmoni. L'hashish preparato in pani o mischiato a foglie di tabacco può venire anche mangiato, in questo modo, pur essendo meno assorbito che tramite il fumo, a causa della maggiore quantità totale ingeribile causa effetti psicoattivi più intensi. La marijuana invece, deriva direttamente dalle foglie, dalle inflorescenze, dai semi e dai fiori essiccati al sole. Si ottiene così una sostanza molto simile al tabacco e, come il tabacco, che viene fumata come sigarette (spinelli) o in apposite pipe. La marijuana è meno attiva dell'hashish, infatti il tetraidrocannabinolo vi è contenuto in percentuali notevolmente più basse (1-4%). L'olio di hashish è la terza modalità di commercializzazione clandestina delle sostanze psicotrope derivate dalla Cannabis. È molto più potente dell'hashish e della marijuana, infatti la concentrazione di tetraidrocannabinolo può essere anche superiore al 30%. L'olio di hashish viene assunto mescolato al tabacco e poi fumato. Più raramente (soprattutto in Oriente) è aggiunto in gocce a vari tipi di alimenti. Le denominazioni di hashish e marijuana non sono universali, ma sono utilizzate in Europa, America e Medio Oriente. Queste stesse droghe vengono chiamate Blang in India, Kif in Marocco, Anascha in Unione Sovietica e Maconha in Brasile. È interessante inoltre notare l'etimologia della parola italiana "assassino", che deriva appunto da hashish. Infatti anticamente i sicari medio-orientali erano soliti fumare dell'hashish prima delle loro turpi imprese; da qui la denominazione di hashishin e poi assassini nella lingua italiana. Il tetraidrocannabinolo viene metabolizzato dal fegato e si distribuisce in molti tessuti dell'organismo, dove raggiunge dei livelli massimi di saturazione (ossia non può essere accumulato oltre una certa quantità). In caso di assunzioni continue e prolungate, raggiunta la saturazione dei vari tessuti, la sostanza provoca maggiori effetti psichici. È per questo motivo che il consumatore continuo ha effetti più forti del consumatore occasionale. Il meccanismo d'azione non è noto, ma pare che il tetraidrocannabinolo interferisca con il rilascio di alcuni neurotrasmettitori cerebrali (serotonina e noradrenalina). Gli effetti psichici della marijuana e dell'hashish sono estremamente variabili e dipendono molto dalle caratteristiche psicologiche del soggetto e dalle aspettative che egli ripone in questa esperienza. I consumatori abituali sono più sensibili di quelli occasionali per due motivi, uno fisico (la saturazione dei tessuti) e uno psichico (maggiore aspettativa di sensazioni piacevoli). Spesso i consumatori occasionali possono, a causa dei dosaggi modesti, non provare alcuna sensazione o vivere un'esperienza non diversa da quella che si ha dopo aver bevuto qualche bicchiere di vino, ossia solo una leggera euforia con una sensazione di allegria ingiustificata e una maggiore disponibilità a fare amicizia, in pratica lo stesso effetto disinibitorio dell'alcol. Ma l'effetto del tetroidrocannabinolo non si ferma qui, infatti in altri casi gli effetti possono essere ben diversi. La percezione del tempo è notevolmente alterata (si ha l'impressione che scorra più lentamente), compaiono distorsioni della realtà e a volte anche delle allucinazioni. La parola e il discorso appaiono frammentati e confusi con alterazioni della memoria recente (non ci si ricorda che cosa si sta dicendo). Non va inoltre dimenticato che possono comparire anche stati di ansia e di panico con sensazioni e allucinazioni sgradevoli. La tossicità per dosaggi elevati (200-400 mg di principio attivo) si manifesta con sonno profondo, difficoltà nei movimenti, stato confusionale. Non sono stati descritti casi di morte da sovradosaggio. È luogo comune ritenere che l'hashish e la marijuana causino solo una modesta dipendenza psicologica e non determinino crisi astinenziali. Ciò non è del tutto vero; infatti, pur non presentandosi sintomatologie gravi come per altre droghe, può essere evidenziato uno stato detto "sindrome privativa" che si manifesta con un malessere generalizzato e uno stato simile a quello influenzale con cefalea, dolori muscolari e facile affaticabilità. Tale sintomatologia sparisce rapidamente dopo qualche giorno. +----------------------------------------------------------+ ¦ PRINCIPALI SINTOMI E SEGNI CLINICI PROVOCATI NEL ¦ ¦ CONSUMATORE DALL'ABUSO DI CANNABINOIDI ¦ ¦ (hashish e marijuana) ¦ +----------------------------------------------------------¦ ¦ ¦ Stato euforico associato ad una sensazione di benesse- ¦ ¦ re fisico e psichico ¦ ¦ ¦ Modificazione della percezione del tempo vissuto e ¦ ¦ dello spazio ¦ ¦ ¦ Abbassamento della soglia sensoriale (in modo partico- ¦ ¦ lare per gli stimoli acustici e visivi) ¦ ¦ ¦ Alterazione dei processi di memorizzazione ¦ ¦ ¦ Ansietà ed aggressività ¦ ¦ ¦ Aumento dell'appetito ¦ ¦ ¦ Pupille invariate ¦ ¦ ¦ Orofaringiti, bronchiti ed asma ¦ ¦ ¦ Diminuita pressione arteriosa in posizione eretta ¦ ¦ ¦ Aumentata frequenza cardiaca ¦ ¦ ¦ Allucinazioni ¦ ¦ ¦ Disturbi del sonno ¦ ¦ ¦ Sindrome emotivazionale ¦ +----------------------------------------------------------+ MESCALINALa mescalina è il principio attivo contenuto nelle capsule di un cactus che cresce nel Messico e nell'America Centrale, il Peyote o Lophophora Williamsii, secondo il suo nome scientifico. Questo cactus fu usato fin dall'antichità, per le sue attività allucinatorie, dalle popolazioni precolombiane (Atzechi, Mitzechi, Toltechi e Maya) durante riti magici e cerimonie religiose.L'Inquisizione (il tribunale religioso medioevale), dopo la conquista spagnola del Messico, ne perseguitò duramente i consumatori, considerandola una sostanza demoniaca. La mescalina ha trovato poi diffusione in sette religiose americane nate dalla commistione tra il cristianesimo importato dagli Spagnoli e le religioni politeistiche degli Indios americani. Il principio attivo, la mescalina, è un alcaloide isolato per la prima volta nel 1896 da Lewin ed appare come una polvere biancastra dal sapore amarissimo. Questa droga viene assunta per bocca mescolata ad altre sostanze per mascherarne il disgustoso sapore ed è efficace con dosaggio dell'ordine di 200-400 mg. Tale quantità di mescalina è contenuta in 2-3 capsule di peyote; gli effetti cominciano a manifestarsi dopo circa trenta minuti e perdurano per altre 2-3 ore. Gli effetti della mescalina sulla psiche sono simili a quelli provocati dall'LSD, con allucinazioni e alterazioni delle percezioni, colori alterati e visioni fantastiche. Si associano, proprio come per l'LSD, nei soggetti psichicamente predisposti, deliri religiosi con sensazioni di capacità divinatorie o di poteri extrasensoriali. In seguito ad alti dosaggi compaiono anche degli effetti fisici che consistono principalmente in midriasi (allargamento delle pupille), vomito, tremori diffusi, dolori addominali, crisi epilettiche ed arresto cardiaco. Sono stati descritti alcuni casi di morte da sovradosaggio. La mescalina non dà origine a crisi di astinenza e non causa quindi dipendenza fisica. Come per tutte le droghe, è spesso presente dipendenza psicologica (desiderio di ripetere l'esperienza). L'uso della mescalina è ancora molto diffuso tra le popolazioni messicane e tra gli Indios del Centro-America, ma è poco diffuso negli Stati Uniti ed in Europa, perché vengono preferite altri tipi di droghe allucinogene, come l'LSD o la cocaina. PSILOCIBINALa psilocibina, o estere fosforico dell'idrossi-NN-dimetiltriptamina, deriva da numerose varietà di funghi, originari dell'America centrale e del Sud Est Asiatico (Thailandia, Malesia, Indonesia), del genere Psilocybe, Conocybe e Strofaria. Come la mescalina, veniva utilizzata per scopi religiosi da queste popolazioni.In Thailandia questi funghi allucinogeni vengono attualmente mangiati dopo essere stati cucinati sotto forma di frittate. Gli effetti sono simili a quelli causati dalla mescalina, ma molto più blandi e di minor durata nel tempo; infatti la percentuale di psilocibina contenuta in tali funghi è solo dello 0.1-0.5%. DIMETILTRIPTAMINAQuesta sostanza allucinogena può essere prodotta anche sinteticamente, ma a livello naturale si ricava dalla resina prodotta da una famiglia di Liane (Miristicacea). Non può essere utilizzata per bocca perché immediatamente disattivata nello stomaco, e quindi viene fumata mista al tabacco o sniffata per via nasale come la cocaina.Questa sostanza allucinogena è abbastanza diffusa negli Stati Uniti, ma ancora poco utilizzata in Europa. FENCICLIDINALa fenciclidina (PCP) è la famosa "polvere d'angelo" (angel dust) molto diffusa ultimamente negli USA. La sua modalità di azione non è ancora perfettamente nota, comunque i suoi effetti sono multipli: neurostimolante come la cocaina, psicodislettico come l'LSD e neurodeprimente come i barbiturici.Causa allucinazioni multiple, stato confusionale con alterazioni comportamentali e atteggiamenti violenti verso gli altri e se stessi. Tutti i cinque sensi sono interessati da sensazioni distorte ed anche il tempo perde il suo ritmo normale. Il soggetto è agitato, con alterazioni gravi della personalità. Gli stati di intossicazione grave causano tremori diffusi, contrazioni muscolari spasmodiche con impossibilità di mantenere l'equilibrio e la stazione eretta, crisi epilettiche con danni muscolari ed insufficienza renale acuta da mioglobinuria (la mioglobina è la sostanza che immagazzina l'ossigeno nei muscoli e in caso di danno alle fibre muscolari si riversa nel sangue causando un grave rischio per i reni). Gravi crisi ipertensive possono sfociare in emorragie cerebrali. La morte avviene quasi sempre per arresto respiratorio. +----------------------------------------------------------------+ ¦ ALLUCINOGENI ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Abbrev. Nome Pianta Dose al- Durata ¦ ¦ chimico lucinogena effetto ¦ ¦ per os specifico ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ A LSD 25 Segale ¦ ¦ struttura cornuta 30-400 µgr 8-24 ore ¦ ¦ indolica Psiloci- Psiclo- 1-5 gr di ¦ ¦ bina cybe fungo 4-6 ore ¦ ¦ Mexicana 5-20 mg ¦ ¦ di sost. ¦ ¦ DMT Dimetil- Piptade- ¦ ¦ tripta- nia ¦ ¦ mina Peregrina 0,5-2 ore ¦ ¦ Bufote- ¦ ¦ nina Cohoba ¦ ¦ Ibogaina Iboga ¦ ¦ Armalina Armala ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ A ¦ ¦ struttura Mesca- Cactus 3-6 bottoni ¦ ¦ fenetilaminica lina Peyote 300-1200 mg 4-12 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ STP o Dimetos- ¦ ¦ DOM sieti- ¦ ¦ lamfeta- ¦ ¦ mina 5-10 mg 8-24 ore ¦ ¦ MDA Dimetos- ¦ ¦ simetil ¦ ¦ fenace- Sasso- ¦ ¦ tilamina frasso 50-150 mg 4-8 ore ¦ ¦ PCP Fenci- ¦ ¦ clidina 5-20 mg 15'-24 ore ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ A ¦ ¦ strutt. THC Tetrai- da pochi ¦ ¦ fenilci- drocan- Canna- minuti a ¦ ¦ cloesila- nabinolo bis 1-5 mg 24 ore ¦ ¦ minica ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ A ¦ ¦ struttura Scopola- Bella- ¦ ¦ diversa mina donna ¦ ¦ Anticoli- Scopola- Bella- ¦ ¦ nergici mina donna ¦ +----------------------------------------------------------------¦ ¦ Derivati Acido Funghi ¦ ¦ dello ibote- Amanite 20-25 ¦ ¦ isossa- nico Musca- gr di ¦ ¦ zolo musci- ria fungo ¦ ¦ molo Chotur- maci- ¦ ¦ nata nato 6-8 ore ¦ ¦ noce ¦ ¦ moscata Myri- 20 gr ¦ ¦ stica di pro- ¦ ¦ fra- dotto ¦ ¦ grans macinato ¦ +----------------------------------------------------------------+ INALANTIÈ un gruppo di sostanze eterogenee che hanno come caratteristica comune la volatilità, ossia la tendenza ad evaporare. Il loro uso non è ancora molto diffuso in Italia, ma in altri Paesi come gli Stati Uniti e la Svezia questo tipo di stupefacenti, ad effetto tendenzialmente sedativo, è molto usato soprattutto tra i giovanissimi (12-16 anni). Tutte queste sostanze hanno una elevata liposolubilità (si sciolgono nei grassi) e questa caratteristica permette loro di raggiungere rapidamente le strutture cerebrali attraversando la barriera ematoencefalica. Grazie a queste proprietà chimiche il loro effetto è rapidissimo se non quasi immediato.I metodi di assunzione per via inalatoria sono molteplici, ma il più semplice e diffuso è quello di respirare attraverso un fazzoletto impregnato della sostanza in questione. Gli effetti psichici che si determinano sono una leggera euforia e un senso di stordimento per inalazioni modeste, ma in soggetti predisposti o per quantità elevate si possono instaurare stati allucinatori, con alterazioni del rapporto spazio-tempo e reazioni paranoiche o psicotiche anche violente con convulsioni generalizzate. Le allucinazioni sono simili a quelle causate dalla sindrome da astinenza alcolica (Delirium Tremens) con visione anche dei tipici piccoli animali. Il soggetto fa fatica ad esprimersi e il linguaggio diventa stentato e confuso. La durata degli effetti di queste sostanze è molto breve, infatti esplicano la loro azione sul sistema nervoso rapidamente e nel giro di 10-20 minuti cessano ogni loro attività. L'uso continuativo per lunghi periodi di tempo è causa di gravi danni a molti organi del nostro corpo. Il fegato, il rene e il midollo osseo (l'organo che produce le cellule del sangue) vengono fortemente danneggiati con comparsa di insufficienza epatica ed alterazioni varie della funzione renale. La distruzione del midollo osseo è infine causa di anemia aplastica (quasi sempre mortale). Ma naturalmente i danni causati da questi solventi volatili interessano principalmente il Sistema Nervoso Centrale. I danni alle strutture encefaliche sono causa di morte cellulare e demenza precoce. La morte da inalazione di grandi quantità può raggiungere o per paralisi respiratoria o per improvvise aritmie cardiache mortali (Fibrillazione ventricolare). Non sono rari poi i casi di morte accidentale per soffocamento: infatti, per inalare la sostanza senza disperderla nell'aria alcuni sono soliti respirarla ponendo la testa dentro un sacchetto di plastica; l'improvvisa perdita di coscienza non consente poi di liberarsi del sacchetto e di riprendere a respirare regolarmente. +-------------------------------------------+ ¦ INALANTI ¦ +-------------------------------------------¦ ¦ ¦ Sostanze più frequenti: ¦ ¦ - Tricloetilene ¦ ¦ - Percloroetilene ¦ ¦ - Metilcloroformio ¦ ¦ - Metilene Cloridrato ¦ ¦ ¦ ¦ ¦ Sostanze meno frequenti: ¦ ¦ - Metil Butil Chetone ¦ ¦ - Metil Etil Chetone ¦ ¦ - Benzolo ¦ ¦ - Xilolo ¦ ¦ - Tolvolo ¦ ¦ - Tetracloruro di carbonio ¦ ¦ - Acetone ¦ ¦ - Alcol Metilico ¦ ¦ - Alcol Etilico ¦ ¦ - Alcol Propilico ¦ +-------------------------------------------¦ ¦ ¦ Preparati in commercio contenenti ¦ ¦ le sostanze sopra elencate che si ¦ ¦ trovano spesso in associazione: ¦ ¦ - Solventi per vernici ¦ ¦ - Collanti per aeromodellismo ¦ ¦ - Lacche per capelli ¦ ¦ - Smalti per unghie ¦ ¦ - Smacchiatori ¦ ¦ - Benzina ¦ ¦ - Etere ¦ ¦ - Propellenti per aerosol ¦ ¦ - Pennarelli ¦ ¦ - Vernici per scarpe ¦ ¦ - Lozioni dopo barba ¦ ¦ - Deodoranti ¦ +-------------------------------------------+ MOTIVAZIONI ALL'USO DI DROGHEL'uso di droghe non è un fenomeno recente. Già centinaia di anni fa, varie sostanze venivano usate, per gli effetti psicotropi, in molte antiche civiltà (Incas, Atzechi, Maya ecc) sorte in parti del mondo anche estremamente lontane tra loro (India, Messico, Perù, Cina ecc.) a riprova di come l'uomo sia sempre e dovunque stato interessato a queste sostanze dagli effetti psichici un tempo ritenute "magiche".La differenza fondamentale tra quel tipo di uso e quello dei nostri giorni consiste nella enorme diffusione, nella facile reperibilità, nell'uso sconsiderato, al di fuori di situazioni ambientali (freddo in Perù) o culturali (riti magici nel Messico), e da parte prevalentemente di giovani. Le condizioni di vita e di stress ambientale innaturale della civiltà moderna, l'urbanizzazione massiccia con degradazione dei valori culturali e morali delle antiche comunità contadine, l'assoluta mancanza di nuovi valori morali profondi e la competizione sfrenata per la conquista dei beni di consumo creano la situazione ideale per lo sviluppo e il diffondersi dell'uso delle droghe sia leggere che pesanti. Certamente queste condizioni non sono da sole sufficienti a spiegare il motivo per cui molti giovani cadono vittime della droga. La personalità, le condizioni individuali, psicologiche, familiari e sociali giocano un ruolo altrettanto importante nel determinare la diffusione dell'uso delle varie droghe. La personalità tipica del tossicodipendente è quella di un individuo tendenzialmente immaturo, con difficoltà ad affrontare le situazioni di stress e di conflitto nella vita di tutti i giorni e che anche sul piano dell'indipendenza personale presenta dei problemi. Emotivamente fragile, ha spesso bisogno degli altri per ricercare sicurezza e certezze che non sa darsi da solo. I tossicodipendenti hanno rapporti interpersonali superficiali, sembrano in grado di instaurare facilmente delle amicizie, ma in realtà si tratta solo di rapporti di amicizia molto labili e poco duraturi, sono quindi individui che hanno spesso delle difficoltà ad instaurare rapporti sociali maturi, solidi e continuativi nel tempo. L'educazione familiare riveste anch'essa un ruolo importante anche se è di difficile quantificazione. È noto che situazioni familiari disagiate, con unione tra i genitori poco stabile o con addirittura conflitti aperti, sono un'ulteriore fonte di incomprensione e di disagio per quei giovani che, avendo per loro natura una personalità fragile, diventano così i candidati ideali all'uso di droghe, utilizzate come fuga da una realtà insopportabile. La droga viene utilizzata, come l'alcol per l'etilista cronico, come mezzo per allontanarsi da una situazione familiare in cui non vengono trovate sicurezze affettive o motivazioni valide per instaurare comportamenti socialmente normali. Per quanto riguarda il diffondersi della droga tra i giovani molta importanza viene attribuita anche alle condizioni di vita delle grandi metropoli e soprattutto delle periferie delle grandi città. In queste situazioni di urbanizzazione selvaggia, in cui si concentrano le classi sociali più disagiate (con situazioni di povertà, immigrazione, sovraffollamento) senza che siano offerti ai giovani svaghi ed attività socializzanti ad elevato contenuto morale, ma dove la strada e le compagnie più diverse sono per l'adolescente le uniche realtà che conosce, la diffusione della droga trova facile esca grazie alla commistione con situazioni familiari spesso difficili. Tutto ciò non significa che l'uso di sostanze stupefacenti sia appannaggio quasi esclusivo delle classi sociali più basse, infatti alcuni tipi di droghe sono diffuse anche nelle classi sociali più elevate, e tra queste la cocaina: il suo uso è diffuso capillarmente tra tutti gli strati sociali dato che viene consumata sia dalla ricca borghesia sia nei ghetti più squallidi. Altre droghe invece hanno una maggiore caratterizzazione sociale: l'eroina è la droga degli emarginati, l'ashish e la marijuana dei giovani intellettuali e degli studenti, l'LSD veniva usato da artisti in cerca di ispirazione. Occorre poi dire che molto spesso l'uso di una particolare droga è legato all'esempio: l'appartenere ad un determinato gruppo sociale o a una determinata cerchia di "amici", ad un gruppo, fa da elemento iniziatore e continuatore di questa terribile abitudine. TERAPIA DELLE TOSSICODIPENDENZELa terapia delle tossicodipendenze riveste interesse soprattutto per i vari livelli di intervento su cui occorre agire per il recupero completo e definitivo del tossicomane. Non ci stancheremo mai di ricordare che anche per le droghe che determinano assuefazione fisica e sindrome di astinenza le difficoltà sono più di ordine psicologico che fisico; l'aspetto fisico, se adeguatamente curato e controllato, non riveste una particolare gravità.Dopo questa premessa occorre dire che fondamentale per poter proseguire nel difficile percorso di uscita dalla droga è la dissuefazione fisica. Non importa come si arrivi a ciò, se attraverso il controllo della crisi di astinenza con varie terapie mediche, o tramite la diminuzione progressiva delle dosi, ma il completo abbandono è il requisito fondamentale per iniziare il trattamento psicologico che è l'unico vero liberatorio dalla droga. In Italia sono stati istituiti per legge dei Presidii per la lotta alle tossicodipendenze chiamati N.O.T. (Nuclei Operativi Tossicodipendenze) che hanno a disposizione personale medico specializzato, psicologi ed assistenti sociali in grado di cooperare per il recupero definitivo del tossicodipendente. D'altra parte i maggiori successi nella terapia delle tossicodipendenze sono stati ottenuti dalle Comunità Terapeutiche. Queste Comunità Terapeutiche sono organizzate nella maggior parte dei casi come delle società chiuse, con pochi o inesistenti contatti con l'esterno. Ogni individuo viene quindi avviato ad una vita di gruppo più umana, in cui il lavoro manuale riveste un ruolo fondamentale nella ricerca di un nuovo e più duraturo equilibrio interiore. Queste Comunità sono ormai numerose sia in Italia che all'estero e sono riunite in due associazioni: l) Federazione Mondiale delle Comunità Terapeutiche 2) Coordinamento Nazionale delle Comunità Terapeutiche (C.N.C.A.) Le regole del C.N.C.A. sono: 1) le Comunità sono dei luoghi in cui le persone tentano di ritrovare la propria storia, e non si autodefiniscono istituzioni specializzate 2) L'uomo è al centro dell'attenzione 3) Qualsiasi tipo di coercizione personale è vietata 4) Il lavoro, l'amicizia e la solidarietà sono tenuti in grande conto 5) Nessuna discriminazione ideologica o religiosa è ammessa 6) Il lavoro è il metodo fondamentale per arrivare alla guarigione e alla costruzione di una nuova personalità. Occorre ricordare che vi sono molti tipi di Comunità, anche con notevoli differenze tra di loro, sia nel modo come sono gestite, sia nei metodi di finanziamento, sia nei requisiti che vengono richiesti per potervi accedere sia nei comportamenti che vengono assolutamente richiesti ai partecipanti. Anche le sanzioni che vengono imposte in caso di mancata obbedienza alle regole sono diverse. Elenchiamo perciò le più frequenti regole di vita che vengono richieste e le limitazioni che impongono: a) Divieto assoluto di qualsiasi droga b) Divieto di possedere denaro (o controllo sull'uso del proprio denaro) c) Divieto di uscire dalla Comunità da soli (solo accompagnati da una persona dello staff) d) Divieto di avere rapporti sessuali con altri membri della Comunità e) Divieto di parlare della droga f) Visite di parenti ed amici ammesse solo con il consenso dello staff g) Divieto di bere alcolici h) Controllo sulla posta Le sanzioni che vengono applicate in caso di comportamenti non consoni ai fini della Comunità sono in genere queste: a) Espulsione per colpe gravi b) Temporaneo allontanamento c) Rimozione da incarichi gratificanti all'interno della vita della Comunità d) Multe in danaro Come detto è il lavoro il momento fondamentale della terapia nelle Comunità Terapeutiche e questo deve impegnare per buona parte della giornata. Le attività più diffuse sono quelle di tipo contadino (orticoltura, frutticoltura, floricoltura, allevamento di animali) ma anche quelle di piccolo artigianato sono molto diffuse (falegnameria, tessitura, ceramica, piccola edilizia). Inoltre la Comunità tende ad essere autosufficiente e quindi sono necessari tutti i lavori domestici fondamentali (panificazione, servizio di cucina ecc.). Il volontariato è lo spirito che anima queste comunità, che non hanno scopo di lucro. La maggior parte del personale che vi lavora lo fa sotto l'egida del volontariato e questa condizione pervade a tal punto la comunità, che molti ex tossicodipendenti guariti rimangono a lavorare e ad aiutare gli altri. Questo modo di aiuto da parte di un ex tossicodipendente verso il tossicodipendente che ha deciso di smettere è molto produttivo ed ha già dato risultati positivi nei casi di alcolismo con l'associazione Anonimi Alcolisti. ELENCO DELLE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI PER IL RECUPERO DEI TOSSICODIPENDENTIAssociazione Mondo X di P. Eligio GelminiCoordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza Federazione Italiana Comunità Terapeutiche Centro Italiano di Solidarietà Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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